Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology, spiega come lavorare in sicurezza e offre spunti per proteggere i dati e potenziare i service aziendali.
– L’ultimo anno ha fatto segnare una rincorsa delle imprese alle soluzioni di lavoro remoto. La pandemia ha cambiato il nostro modo di vivere e lavorare. Quali considerazioni, anche personali, si sente di fare in merito?
Dallo scoppio della pandemia, abbiamo sperimentato un aumento della domanda di DRAM e SSD portatili, poiché sia gli adulti che i bambini si sono dovuti adattare alla nuova normalità, che prevede lavoro da casa e didattica a distanza. Questi investimenti, spesso compiuti dalle aziende per i loro dipendenti, oppure dai genitori per i figli, vanno sia verso l’acquisto di nuovi moduli che verso l’aggiornamento delle tecnologie già in uso, con l’obiettivo di dotare i laptop e PC di maggiore memoria, accelerando i processi di lavoro.
Stando alle analisi condotte da Kingston Technology, inoltre, gli strumenti di videoconferenza, come Zoom e Microsoft Teams, possono avere un impatto davvero significativo sull’utilizzo della memoria di un laptop o di un PC, lasciando gli utenti spesso frustrati per la lenta gestione dei carichi di lavoro – che spesso viene erroneamente imputata alla scarsa qualità della connessione Internet. In questo senso, un miglioramento importante può essere ottenuto anche attraverso un aggiornamento della DRAM o con il passaggio da SATA a NVMe.
La nuova normalità
La nuova normalità del lavoro da casa ha anche avuto, per le aziende di tutti i settori, un enorme impatto sulle procedure per la sicurezza dei dati. Infatti, se in passato i dati venivano prodotti e gestiti esclusivamente all’interno di un ufficio, oggi vengono originati nelle abitazioni dei diversi dipendenti.
Lavorare in sicurezza – Per garantire la massima protezione dei dati, anche quando si opera in smart working, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali:
- VPN: la maggior parte degli esperti di sicurezza raccomanda che i dipendenti che operano da remoto utilizzino una Rete virtuale privata (VPN). Utilizzare una VPN di consolidata affidabilità, con restrizioni firewall ben definite, consente infatti di tracciare qualunque dispositivo remoto, mitigando i rischi.
- Device crittografati: fornire al personale dispositivi USB con crittografia e dotare i notebook di SSD crittografati protegge quasi totalmente dalle minacce alla sicurezza create dal lavoro in remoto. In questo modo, i dati sono protetti e disponibili – sempre e ovunque. E se un dispositivo dovesse andare smarrito o venire sottratto, nessuno riuscirà ad accedere ai file crittografati.
- Per lavorare in sicurezza occorre la formazione: una volta adottata la tecnologia adeguata si è solo metà strada. I rischi legati alla sicurezza dei dati sono infatti un problema prevalentemente culturale. Senza un’adeguata formazione, i dipendenti faticano a comprendere i motivi dei comportanti che vengono loro richiesti, ritenendoli come imposizioni inutili e fastidiose.
– Carichi di lavoro e archivi dati si sono concentrati sui server aziendali e nel cloud, come è possibile assicurare un lavoro fluido per tutti?
Al fine di consentire un flusso di lavoro senza intoppi, è importante che le aziende considerino prioritario il dotare i propri dipendenti di un buon set up per il lavoro da remoto. So che potrebbe sembrare scontato, ma sappiamo bene che in realtà non lo è: ad esempio, stando a un’indagine condotta da Kingston Technology in alcuni Paesi europei, molti dipendenti che lavorano da casa hanno dichiarato di essere stati lasciati a sé stessi, quando si è trattato di allestire il proprio “home office”.
Lavorare velocemente, lavorare in sicurezza. L’attuale modello di lavoro ha modificato anche le necessità in termini di storage, spingendo la crescita della fornitura di cloud e data center. Un gran numero di aziende sta infatti investendo in tecnologia, riconfigurando lo spazio dei propri uffici per riflettere queste nuove esigenze e trasferendo l’infrastruttura dei propri server. Queste esigenze e richieste hanno guidato la crescita degli upgrade dei server (sia all’interno delle sedi aziendali, che a livello cloud e data center).
Upgrade della memoria
Il modo più rapido per migliorare e ottimizzare le prestazioni del server è un upgrade della memoria. In genere, vengono effettuati per rispondere a un aumento dei carichi di lavoro virtuali o del numero di utenti, oppure in vista dell’implementazione di un nuovo programma di database o dell’aggiunta di funzionalità commerciali a un sito web. L’upgrade della memoria del server aiuterà a supportare carichi di lavoro maggiori, a fornire risposte più rapide per chi usa il cloud e a migliorare la velocità delle applicazioni ospitate in memoria.
L’aumento della memoria del server permette inoltre alle aziende di aumentare la propria disponibilità di macchine virtuali e può essere allocata per massimizzare l’hardware già esistente. La virtualizzazione abbassa infine i costi, fornendo al tempo stesso più memoria per l’infrastruttura desktop virtuale (VDI): questo implica una risposta più veloce dalle applicazioni ospitate nella memoria.
– Memoria per server: aumentare la RAM di sistema consente importanti benefici e l’esecuzione di un maggior numero di sessione e operazioni. Ci racconta come operare un corretto dimensionamento della memoria? Può evidenziare i vantaggi di questa pratica?
La RAM è un componente cruciale di qualsiasi sistema: configurarla nel modo sbagliato può avere un impatto drastico sulle prestazioni. La prima cosa a cui pensare è la compatibilità: installare un modulo di memoria non corretto potrebbe portare il sistema a non accendersi. Infatti, ad esempio, combinare moduli di memoria di marche diverse può causare problemi di compatibilità, e tecnologie differenti possono portare al fallimento dell’avvio del sistema.
Ci sono tre principali tecnologie di memoria ad oggi disponibili: UDIMM (Unbuffered DIMM), RDIMM (Registered DIMM) e LRDIMM (Load Reduced DIMM). Anche se queste tre tecnologie di memoria si adattano fisicamente allo slot di memoria del vostro server, non possono assolutamente essere combinate tra loro. Ogni tecnologia ha i suoi pro e contro: UDIMM offre le migliori prestazioni ma è limitata nella capacità; LRDIMM garantisce il miglior rapporto di capacità per modulo ma consuma più energia; RDIMM è invece un buon compromesso tra capacità e prestazioni.
Per aiutare le aziende a districarsi in questo scenario, noi di Kingston mettiamo a disposizione già in prevendita un configuratore all’avanguardia, Chiedi a un esperto, e abbiamo sviluppato un efficace tool online per individuare la giusta memoria per le proprie esigenze.
– Spazi di archiviazione condivisi e dati in continua crescita: ciò richiede un potenziamento dei dispositivi che costituiscono gli array storage di server e NAS. Quali aspetti è bene tenere presente? Quali politiche di espansione possono essere adottate?
Il primo passo è certamente quello di capire come l’hardware esistente può essere sfruttato al massimo: lo si può fare sia applicando un approccio di storage a più livelli che implementando la virtualizzazione in Software-Defined Storage (SDS), che aggiunge grande scalabilità. Un successivo step è quindi passare da un’unità a disco rigido (HDD) SATA a un SSD, oppure adottare una configurazione mista di HDD per i dati freddi e SSD per i dati caldi (caching). Questo può contribuire notevolmente a trarre i massimi risultati dall’hardware esistente.
Per i nuovi acquisti, è bene considerare nuove tecnologie come gli SSD 2.5″ U.2 NVMe che permettono di ottenere maggiori risultati con minore sforzo: in un ambiente virtualizzato, la distribuzione di nuovo hardware diventa in pratica perfettamente fluida. Una comprensione della crescita futura dell’organizzazione e delle esigenze di storage che ne deriveranno, è infine ovviamente essenziale per scegliere l’hardware e la configurazione giusti.
– L’offerta Kingston in ambito RAM e storage è ampia, quali sono i prodotti più recenti introdotti a listino per soddisfare le richieste sin qui descritte? Quali le peculiarità?
Attualmente offriamo moduli di memoria per server a 3200MHz, ovvero i moduli di memoria DDR4 più veloci disponibili, prima di passare, verso la fine dell’anno, al DDR5.
Offriamo anche moduli di memoria basati su 16Gbit che presentano componenti DRAM a più alta densità e quindi una maggiore capacità per modulo di memoria: 32GB UDIMM; 64GB RDIMM; 128GB+ LRDIMM. Con i moduli di memoria basati su 16 Gbit, è tuttavia sempre importante controllare la compatibilità del sistema. Tutte le piattaforme Intel Skylake e precedenti non sono infatti compatibili questi moduli di memoria a 16 Gbit.