Presentando il Veeam Data Protection Trends, Alessio di Benedetto, ha spiegato come tecnologie legacy e skill shortage stiano rallentano le imprese.
Di Benedetto, SR Regional Presales Manager South EMEA, ha sottolineato come le aziende si stiano scontrando con soluzioni obsolete: un freno alla trasformazione.
Sebbene il processo di rinnovamento sia in atto, un po’ a tutti i livelli, molte realtà sperimentano difficoltà.
Alessio Di Benedetto
Il Veeam Data Protection Trends Report 2020 mette in evidenza come le persone e i dati siano il cuore di qualsiasi strategia di business e di trasformazione digitale. La scarsa disponibilità di personale da dedicare a nuove iniziative e la carenza di skill tecnologici impediscono a molte aziende di raggiungere il loro potenziale. Raccogliere, gestire, proteggere ed effettuare il backup dei dati, in un momento in cui la disponibilità guida la competitività, non è più un lusso per pochi. L aziende devono essere in grado di colmare questa lacuna se vogliono continuare ad avere successo.
Nel quadro generale delle attività, si stimano investimenti per soluzioni e servizi che abilitino la Digital Transformation di 7,4 trilioni USD entro il 2023.
Se, dunque, da un lato sussiste la volontà di innovare, come mai esistono realtà ancora molto arretrate? Secondo Veeam mancano le competenze specifiche nel settore IT, security e networking. Analogamente, oggi le imprese contano ancora troppo su apparati tecnologici obsoleti, incapaci di reggere il rapido avanzamento di sistemi dinamici come il cloud e l’IoT, per esempio.
Tecnologie legacy e skill shortage
Interessante notare come, sempre secondo le indagini condotte da Veeam, le aziende dichiarino di avere downtime periodici, frequenti e non prevedibili. Il 10% percento delle macchine server rischia di interrompere le proprie funzioni in modo inaspettato, riducendo la produttività dell’infrastruttura e rallentando il business.
Il Report Veeam 2020 Data Protection Trends raccoglie il parere di oltre 1.500 decisori di business e IT nel mondo (264 dall’Italia). La base interpellata ha consentito all’azienda di comprendere l’approccio alla protezione e come avviene la gestione dei dati.
Qual è la percezione sul livello di preparazione delle imprese? Come affrontano le sfide IT?
È positivo constatare che c’è una spinta globale verso l’adozione di tecnologie che garantiscano una user experience ricca e soddisfacente.
La principale difficoltà per le imprese sembra essere la protezione e la gestione dei dati in ambienti cloud ibridi. Servono schemi innovativi, capaci di raggiungere un nuovo livello di intelligenza e di anticipare i bisogni e rispondere a richieste in continua evoluzione.
Tecnologie legacy e skill shortage
Sollecitate dal sondaggio, le aziende hanno dichiarato che i dati resi disponibili attraverso l’infrastruttura IT sono diventati il cuore pulsante delle loro aziende. Non dovrebbe quindi sorprendere che la protezione dei dati sia un tema così importante.
Detto questo, il 40% delle aziende si affida ancora a sistemi legacy per la protezione dei dati, senza rendersi pienamente conto di quanto questo possa impattare in modo negativo il business stesso.
Il 95% è soggetta a interruzioni dei sistemi e, in media, ogni interruzione dura circa 117 minuti! Un’ora di downtime di un’applicazione a priorità alta costa in media 67.651 dollari.
Per fronteggiare simili eventualità, le imprese valutano fondamentale per una moderna strategia di protezione dei dati l’uso del cloud.
Le aziende apprezzano le funzionalità di disaster recovery attraverso servizi cloud e la possibilità di spostare carichi di lavoro on-premise su cloud. Per i responsabili, il cloud ha un ruolo determinante nelle strategie di data protection moderne.
Tecnologie legacy e skill shortage, aspetti cruciali del report:
- La sfida più importante che impatterà le aziende nei prossimi 12 mesi è legata alle minacce informatiche (32%). Mancanza di competenze per implementare le tecnologie (30%) e necessità di rispondere alle nuove esigenze dei clienti (29%) sono inoltre state indicate come ostacoli per i prossimi 12 mesi.
- La mancanza di staff per lavorare su nuove iniziative (42%) è, secondo le aziende intervistate, la sfida che attualmente devono affrontare quando si parla di data protection. Sono inoltre state citate la mancanza di budget per le nuove iniziative (40%) e la mancanza di visibilità sulle performance operative (40%)
- Più della metà (51%) degli intervistati ritiene che la digital transformation può aiutare le aziende a trasformare il servizio clienti. Circa la metà ha dichiarato che potrebbe trasformare le attività di business (48%) e generare risparmi (47%).
- Il 23% delle aziende descrive lo status dei progressi delle iniziative di digital transformation come “maturo” o “pienamente implementato”.
- Circa un terzo (30%) delle aziende sono nelle fasi iniziali di implementazione o pianificazione di iniziative di digital transformation.
- Circa un terzo (39%) degli intervistati ritiene che la possibilità di migliorare l’affidabilità del backup è la ragione principale per richiedere al management di sostituire la soluzione di backup attualmente esistente. Il 38% ha citato la riduzione dei costi hardware o software e il 33% la possibilità di ottenere un migliore ritorno sugli investimenti.
- Più di un quarto (27%) dei dati viene replicato e reso disponibile per attività di business continuity o disaster recovery attraverso un fornitore di servizi cloud. Il 14% dei dati non viene replicato per attività di business continuity o disaster recovery.
- Per il 24% dei dati aziendali viene effettuato un backup su cloud utilizzando un fornitore di servizi BaaS. Per il 18% dei dati non viene effettuato nessun backup.
- Due aziende su cinque (43%) hanno in programma di utilizzare i servizi di backup basati su cloud forniti da un vendor BaaS entro i prossimi due anni.