L’evoluzione della supply chain, il parere di Jaggaer Italia

Procurement post-pandemia
Mario Messuri, General Manager Italy e VP South Europe di Jaggaer

Mario Messuri, General Manager Jaggaer Italia e VP South Europe, ci spiega come la supply chain debba evolversi con rapidità per affrontare gli imprevisti.

La gestione degli acquisti deve affrontare con rapidità nuove strategia e soluzioni di riduzione del rischio e aumento della flessibilità. La tecnologia può aiutare.

Il Coronavirus sta tagliando le gambe al nostro Paese e al mondo intero. Le conseguenze più immediate ed evidenti sono quelle del blocco della maggior parte delle attività, quali sono gli impatti concreti sulle reti di approvvigionamento? Le piattaforme di e-procurement possono essere un fattore abilitante per gestire l’emergenza ma, soprattutto, per prepararsi alla ripresa? E proprio pensando al futuro, come scegli soluzioni sicure e sostenibili nel tempo?

Non si può costruire un’auto con il 99% dei pezzi: le supply chain della maggior parte delle industry sono a rischio, dall’alta tecnologia, alla farmaceutica al fashion/luxury, all’automotive solo per citarne alcune. Perché se è vero che abbiamo iniziato con problemi di approvvigionamento dalla Cina, oggi sono infiniti i Paesi che non possono più garantire le forniture e la spedizione della merce.

L’area del procurement è senz’altro una delle sfere potenzialmente più a rischio nelle aziende di tutto il mondo, Italia inclusa, soprattutto nei settori con catene di fornitura integrate a livello globale e quindi sempre più “strategica”: la maggior parte delle imprese produce meno che in passato, preferendo acquistare piuttosto che costruire categorie di prodotti e servizi diretti o indiretti che esulano dal proprio core business; le catene di fornitura stanno diventando sempre più lunghe e complesse anche per il quadro normativo, che ne disciplina la tracciabilità; i dati richiesti necessitano per la maggior parte di aggiornamenti in real time e le organizzazioni devono trovare il giusto equilibrio tra scorte/inventario, evitando interruzioni operative dovute ad esempio alla mancanza di pezzi di ricambio, mentre gli ecosistemi dei fornitori sono sempre più diversificati.

Ubs, società svizzera di servizi finanziari, ha appena diffuso dati allarmanti per il mondo della moda: a registrare le difficoltà maggiori potrebbero essere, per motivi leggermente diversi, i colossi del fast fashion, come H&M e Inditex, per l’incidenza della Cina sulle vendite, ma soprattutto della quantità e del valore della produzione lì sviluppato, nonché della velocità con cui un’azienda esaurisce il suo inventario o è costretta a rinnovarlo. Il Covid-19 ha costretto alla chiusura di fabbriche in tutto il Gigante Asiatico – e non solo – creando disordini nella catena di approvvigionamento che in parte sta iniziando a riaprire, ma a capacità ridotta.

Ecco perché l’area della supply chain deve sviluppare, in ogni settore, rapidamente strategie di mitigazione del rischio. C’è grande incertezza sulla durata di questa particolare crisi, ma non sarà l’ultima: la gestione flessibile e olistica degli approvvigionamenti sarà fondamentale. Strategie di gestione dei fornitori intelligenti e strutturate, basate su soluzioni digitali specifiche per il processo di acquisto possono fornire una visione proattiva per attivare piani di emergenza per questo tipo di avvenimenti.

In pratica questo significa avere una visione d’insieme della propria rete ben segmentata di fornitori già classificati e qualificati, nonché mezzi alternativi per soddisfare le esigenze di approvvigionamento diretto e indiretto con loro. Tali misure consentono alle organizzazioni di affrontare al meglio le esigenze di gestione delle emergenze. È di fondamentale importanza che il rischio e la resilienza siano integrati nelle strategie della catena di fornitura, specialmente nell’approvvigionamento diretto. Le tecnologie in questo senso aiutano ad accelerare la messa in opera di piani di contingenza e di continuità operativa per interruzioni di vario tipo.

L’esperienza del Coronavirus sta insegnando al mondo del procurement che la differenziazione del parco fornitori, ed auspicabilmente della filiera dei loro fornitori, deve avere sempre due direttrici, una Geografica e una Dimensionale.
La prima ha un indice di correlazione ad eventi di scarsa prevedibilità. Terremoti, fattori geopolitici, variazione improvvisa dei dazi e delle regole di scambio, fattori climatici, fattori sanitari.
La base dimensionale lascia invece presagire (ma sempre con conferme in fase di qualifica) che il fornitore stesso sia in grado di attivare con piani di ricovero e di differenziazione per sopperire ai momenti di difficoltà.
In tutte le aziende esiste un parco fornitori attivo ed uno potenziale. L’arricchimento del parco potenziale è, molto spesso, un esercizio che richiede risorse in termini di tempo e costi di valutazione di fornitori che potrebbero anche non diventare mai attivi. Questa è la principale ragione per la quale la buona parte delle aziende tende ad approfondire gli elementi di qualifica solo sui fornitori aggiudicatari di un tender o comunque, su fornitori con business già allocato.
Adottando appieno una soluzione di Vendor Management evoluta è invece possibile cogliere diverse opportunità:

Upload massivo di tutti i fornitori attivi segmentandoli seguendo gli usuali criteri di Fungibilità e Criticità per le esigenze di business, così da ottenere le diverse classi di fornitori.

Attivazione, sul portale, di integrazione di flussi dati provenienti da info provider, a supporto di due principali scopi:

  1. Raccogliere informazioni certificate relative a dati finanziari, di rischio, certificazioni e reputazionali del fornitore.
  2. Poter fare attività di scouting navigando nell’opportuno database dell’info provider e importando il fornitore nel proprio Albo nella corretta categoria merceologica di riferimento.
  3. Adottare un modello di qualifica differenziato per Segmento / Categoria in modo da andare in profondità solo sui fornitori strategici, sia attivi, sia potenziali sulla base di KPI automatici e di valutazione espresse da diversi dipartimenti (Acquisti, Qualità, Audit….).

Questi soli 3 passi potrebbero essere sufficienti a creare un ALBO FORNITORI con delle viste di categoria tali da assicurare al dipartimento acquisti piena consapevolezza sulla propria potenzialità di cambiare fornitori, nelle diverse contingenze

Qualora in processo di qualifica volesse essere esteso anche alla filiera del fornitore – ad esempio per esigenze di conformità alle indicazioni normative L.231 in materia di Corporate Social Responsibility – potrei aggiungere diversi livelli di analisi, basati sulla compilazione a cura dei fornitori invitati a qualificarsi dagli acquirenti; il sistema fornirebbe in questo caso visibilità sui fornitori dei miei fornitori, agevolando la valutazione dei rischi del fornitore primario.

Dal punto di vista della potenza informativa le soluzioni per il digital procurement possono ormai raccogliere una quantità di dati davvero impressionante. Adeguate funzionalità di Artificial Intelligence e dashboard di nuova generazione possono dare l’immediata sintesi, offrendo la possibilità di comprendere in un solo colpo d’occhio come è distribuita nel mondo la mia catena di fornitura.

Senza trascurare che le soluzioni digitali per il processo source-to-pay e, in particolare, con funzionalità evolute di Vendor management costituiscono il fattore abilitante per una gestione della supply chain più consapevole e “sicura”, anche a fronte di eventi devastanti quali l’emergenza sanitaria Coronavirus.