Molto spesso, quando si valutano tecnologie e soluzioni per accelerare il business si rischia di selezionare piattaforme, pur valide, che tuttavia nascondono quale vincolo.
Sempre più frequentemente, imprese e referenti IT interni (ma non solo), sono portati a prendere in considerazioni nuovi servizi, indispensabili per portare avanti quello che è il processo di trasformazione digitale a cui tutte le aziende sono chiamate.
Molte delle valutazioni devono, giocoforza, avvenire in presenza di partner e consulenti, figure chiave che consentono di mettere a fuoco le esigenze reali delle aziende e possono consigliare al meglio. In un mondo in rapido cambiamento, come quello tecnologico e IT, è infatti sempre più importante poter contare su partner e servizi flessibili e al passo coi tempi.
La ricerca passa anche dalla sperimentazione, un tassello fondamentale per comprendere quale piattaforma offra il miglior compromesso prezzo/prestazioni. L’intento finale è, naturalmente, l’accelerazione dei processi di business, l’innalzamento della sicurezza a 360° e la riduzione del TCO. Proprio l’aspetto dei costi è quello più sensibile all’interno delle organizzazioni, dato che va a interessare differenti comparti, dall’IT, all’amministrazione, alla dirigenza.
Tuttavia, se prestazioni, affidabilità e costi, possono essere considerati come meri elementi da porre su un ipotetico piatto della bilancia, dall’altra parte è bene prestare attenzione a quelli che potrebbero essere i vincoli contrattuali o tecnologici imposti dal provider.
In questi casi si parla di lock-in, e può riguardare una data architettura proprietaria hardware o software (vendor lock-in), ma anche prestazioni offerte e servizi; da qui l’esistenza di possibili “cloud lock-in”. Più in generale, con questa terminologia si sottintende la scelta di un cliente, non sempre pienamente consapevole, verso un fornitore di servizi. Tale scelta, molte volte fatta sulla scorta di considerazioni economiche al ribasso, può, nel tempo, rivelarsi più onerosa rispetto ad altre e comportare vincoli difficili da sbloccare. E non si tratta unicamente di hardware, software, cloud, SLA.
Un blocco imposto si verifica, per esempio, quando l’amministrazione non è in grado di cambiare facilmente fornitore alla scadenza del periodo contrattuale.
Come accade ciò? Questo avviene perché non sono disponibili le informazioni essenziali sul sistema in uso, come per esempio i parametri che consentirebbero a un nuovo fornitore di subentrare in modo rapido ed efficace. La possibilità di fermi o rallentamenti delle attività in caso di cambio provider scoraggia certamente il cliente che, nonostante determinati lock-in, spesso sceglie di mantenere lo status quo.
Più un provider è in possesso di elementi unici e indispensabili, di cui è il solo depositario, e più questo vincolo diventa reale e complesso da rompere.
In questi casi, il rapporto fornitore-cliente risulta fortemente sbilanciato a favore del primo. Forte di questa situazione, il provider può facilmente imporre modifiche contrattuali, preventivi o ricambi, sapendo che per il cliente una eventuale uscita sarebbe difficile e, con tutta probabilità, onerosa.
Appaltare e acquistare beni e servizi da un solo provider tende a creare una situazione di monopolio; in questi casi non è sempre la migliore soluzione o la più economica ad essere scelta…