Nel nostro test, oltre ad aver abilitato HBS 3 sul volume di dati locali e cloud, per una deduplica in tempo reale, abbiamo aggiunto un secondo array di dischi per mettere a fuoco le funzionalità del nuovo pacchetto CacheMount.
L’App si propone di ridurre la latenza e i tempi di accesso ai dati archiviati in cloud, il tutto istituendo una cache, che va ad occupare uno spazio dedicato tra gli storage pool presenti sul NAS.
La piattaforma consente di montare velocemente uno spazio cloud sullo storage locale e di estendere la capacità di archiviazione in pochi passaggi. Grazie al supporto di molteplici piattaforme di cloud pubblico, l’interfacciamento è diretto e davvero molto semplice. Non solo, aggregando un account esistente (nel nostro caso Microsoft OneDrive), è possibile sfruttare tutte le applicazioni QTS per la gestione e la modifica dei file.
Nel dettaglio, CacheMount supporta 20 spazi di archiviazione cloud (storage di file e object storage) e permette di montare i dispositivi remoti tramite i consueti protocolli CIFS / SMB, FTP, o WebDAV. Tramite una sola interfaccia è quindi possibile orchestrare più spazi storage, con un conseguente risparmio di tempo e risorse.
Ma c’è di più, se il NAS è configurato con accesso SMB, NFS o AFP, può essere usato come gateway per i servizi cloud connessi. Il procedimento è trasparente all’utente, che potrà così accedere ai file basati su cloud come fossero archiviati sul computer locale.
Oltre a velocizzare l’accesso locale, CacheMount permette una più rapida sincronia tra ambienti di lavoro condivisi (uffici remoti, home office), per assicurare la disponibilità costante di file sempre aggiornati. Di fatto, una volta abilitata la cache sul NAS, gli utenti in rete locale potranno sfruttare l’accesso a bassa latenza agli stessi file cloud.
Disporre di un unico gateway significa anche ridurre gli accessi inutilmente ridondati, tagliando il traffico dati, ottimizzando la banda e i possibili costi correlati.
Infine, grazie al supporto di servizi per l’archiviazione ad oggetti, CacheMount si occupa di generare la struttura dei file a partire da dati non strutturati. Ciò facilità la gestione degli spazi e permette di abilitare aggiornamenti pianificati.
Come abbiamo verificato, l’aggregazione di account cloud e l’interazione con archivi e spazi storage sono attività molto semplici per un IT manager. Gestendo le diverse attività su pool storage differenziati, la gestione dati e quella della cache interferiscono minimamente, senza rallentare le attività quotidiane degli utenti connessi al NAS e assicurando la massima fluidità di lavoro.
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