L’installazione dell’array e la creazione del RAID 5 sui quattro drive richiedono pochi istanti. Il NAS è infatti in grado di scaricare il nuovo DSM, installarlo e avviare la ricostruzione in background, lasciando campo libero all’amministratore per cominciare a installare e configurare i pacchetti desiderati.
Tra i passaggi preliminare c’è l’opportunità di creare fin da subito un account Synology, utile, tra le altre cose, per abilitare fin da subito QuickConnect e facilitare l’accesso remoto al NAS senza dover configurare l’inoltro delle porte a livello di router/firewall.
Il nostro test si è svolto con il più recente DSM 6.2.2-24922; l’interfaccia di lavoro rappresenta una solida certezza per chi già conosce i prodotti Synology. La GUI permette di lavorare come se fossimo connessi remotamente a una postazione Windows/Linux, con icone, finestre e puntatore del mouse. In questo modo, l’uso quotidiano risulta semplificato, anche per i meno esperti.
Tramite il pannello di controllo è possibile intervenire sui parametri principali del device; dalla gestione hardware, a quella degli avvisi, alla rete, allo storage, alle periferiche esterne.
Il “Centro pacchetti” rappresenta lo store certificato Synology, un’area dove trovare App dedicate per i più disparati usi e che permette di installare software Synology e di terze parti per personalizzare l’esperienza d’uso.
Come anticipato, lo storage è generalmente silenzioso e può operare anche in ambienti d’ufficio non climatizzati. Nelle fasi di costruzione RAID e durante i processi più impegnativi (tipicamente quando la CPU supera la soglia del 50% di carico in modo stabile) il sistema si occupa di spingere le ventole a un regime di rotazione più elevato per evacuare l’aria calda. Anche in questo caso, la soglia di rumore prodotta risulta accettabile. In base all’ambiente di lavoro, le ventole possono essere forzate in modalità silenziosa oppure a pieno regime (per esempio se si sceglie di installare il NAS in un armadio già affollato di componenti).
In questo senso segnaliamo un certo surriscaldamento dei due drive centrali; le unità possono facilmente raggiungere la temperatura di guardia di 45°C – 47°C.
In termini di prestazioni, l’RS819 si è dimostrato generalmente molto veloce, con medie di velocità superiori a 100 MB/s in lettura e scrittura e oltre i 200 MB/s aggregando i due adattatori di rete (il sistema permette di configurare le due LAN in modalità “adaptive load balancing”, “link aggregation”, bilanciamento XOR o in tolleranza d’errore).
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In generale il sistema è abbastanza reattivo per l’accesso multiplo CIFS/SAMBA, tuttavia l’abilitazione di alcuni servizi può facilmente saturare le capacità della CPU. L’attivazione dell’antivirus in abbinamento ad accessi tramite la rete e la costruzione di snapshot costringe la CPU a lavorare al di sopra del 70%, facilmente sino al 90%.
In un’ottica di rafforzamento delle procedure di backup e replica, ma anche per la sicurezza dei dati in ambienti ROBO, l’RS819 offre il meglio di sé, grazie ai consumi contenuti e alla facilità di installazione.
Il sistema operativo è completo e permette di trasformare il NAS in una macchina su misura, in base alle necessità (NVR per videocamere, server di condivisione dati, rsync server).
Punteggio
74
su 100
PRO
Dimensioni contenute; facilità di installazione in armadi Rack compatti; consumi e rumorosità contenuti; buone performance generali; supporto snapshot.
CONTRO
Manca display; espandibilità limitata; alimentatore non facilmente sostituibile; risorse limitate se si sceglie di attivare servizi multipli; serrature in plastica.