Tino Canegrati, Amministratore Delegato di HP Italy, guarda al futuro e alle tecnologie di domani: quali saranno i megatrend che ci attendono?
Come sarà la nostra società tra 30 anni? Come potranno coesistere automazione industriale e manodopera qualificata? In che modo potremo creare sviluppo sostenibile? Questi sono i principali quesiti che oggi le imprese, i governi e i leader mondiali devono necessariamente porsi per comprendere come progettare un futuro migliore.
La visione di HP è da sempre focalizzata nel creare tecnologie che rendano la vita migliore per tutti. Progettare esperienze straordinarie non solo oggi, ma anche negli anni a venire. Ciò richiede una profonda comprensione di come il mondo che ci circonda si stia evolvendo, delle tendenze globali che stanno cambiando radicalmente il panorama dei mercati e degli orientamenti che stanno rimodellando le aspettative dei clienti. Per questo motivo, attraverso HP Labs, i centri di ricerca avanzata di HP, e con l’ausilio di una serie di ricercatori, economisti, tecnologi, sociologi e “futurologi” abbiamo analizzato le tendenze globali tecnologiche, economiche e sociali che influenzeranno il modo in cui le persone vivranno e lavoreranno nei prossimi anni. Abbiamo definito questo lavoro di ricerca e analisi come Megatrends.
Urbanizzazione
La popolazione urbana sta aumentando rapidamente: quale impatto avrà questa crescita sull’economia a lungo termine? Ciò che è emerso evidenzia la correlazione diretta tra le persone che si trasferiscono in città e la crescita economica, tra l’aumento del reddito familiare medio e la spesa. L’urbanizzazione, infatti, è strettamente legata allo sviluppo dell’economia: le città di ogni le dimensioni, in particolare le megalopoli con popolazioni di 10 milioni o più di persone, stanno vivendo uno dei maggiori aumenti di reddito e di crescita del prodotto interno lordo. Ciò accade nelle città che appartengono ai mercati sviluppati così come in quelli emergenti; alcune metropoli stanno diventando di fatto più grandi delle economie di interi paesi.
Nel prossimo futuro, tuttavia, il cambiamento dei dati demografici potrebbe rappresentare un ostacolo alla crescita costante del reddito, eventualità da correlare all’invecchiamento e alla riduzione delle risorse lavorative; ciò potrebbe creare, quindi, una carenza di lavoratori altamente qualificati.
Automazione e risorse
L’urbanizzazione e l’aumento dei redditi provengono da economie in crescita che creano più posti di lavoro e una domanda costante di manodopera qualificata. Ma le risorse necessarie per sostenere la crescita economica non saranno probabilmente sufficienti a soddisfare la domanda di lavoro. Secondo lo Skills Outlook 2019 dell’Ocse, il report che fa il punto sull’evoluzione delle competenze in chiave di trasformazione digitale, la popolazione italiana ha ancora un gap significativo da recuperare rispetto agli altri paesi europei per quanto riguarda le competenze di base necessarie per crescere in un mondo digitale.
A livello globale, si stima che entro il 2020 potrebbe esserci una carenza di 85 milioni di lavoratori altamente qualificati, con alcuni paesi che si trovano di fronte a uno scarto considerevole di oltre il 25%. Come sarà, dunque, possibile colmare questo divario? In questa direzione l’automazione è fondamentale per soddisfare le crescenti esigenze: aumenta la produttività economica, trasferendo la manodopera dalle “attività di routine” a lavori più qualificati e più remunerativi. La riprogettazione dei processi aziendali con l’automazione richiede la formazione e, in qualche caso, la riqualificazione delle risorse associate, poiché sono necessari nuovi tipi di competenze per capitalizzare appieno i vantaggi dell’automazione e per creare una nuova categoria di posti di lavoro più qualificati. I centri di automazione sono costituiti da macchine intelligenti che raccolgono dati, imparano da essi e forniscono risposte.
Numerosi dispositivi dotati di intelligenza artificiale vengono sempre più utilizzati per sostituire ed affiancare il lavoro degli uomini. I generatori di energia, i robot per il manufacturing, gli speaker intelligenti, le automobili a guida autonoma sono solo alcuni esempi; i sensori e i dati sono la linfa vitale di queste macchine. Trasmettere i dati generati dai sensori dei dispositivi ai server distanti richiede normalmente molto tempo: tuttavia, sono stati creati potenti sistemi per elaborare i dati e agire immediatamente su di essi, noti come Edge computing, che permettono di avere risposte in tempo reale e risparmiare banda, inviando al data center informazioni già elaborate e, quindi, di minori dimensioni.
Macchine intelligenti
Man mano che le macchine raccolgono sempre più dati, avranno bisogno di istruzioni operative più avanzate, per poter “apprendere” come operare e cosa fare successivamente. Attraverso questo processo diventa possibile creare modelli virtuali per prevedere, simulare e ottimizzare ciò che accade nella vita reale. Poiché le simulazioni imitano esattamente ogni dettaglio, possiamo comprendere come un oggetto potrà operare nel mondo reale e in caso apportare miglioramenti prima che l’oggetto sia prodotto fisicamente. Se siamo in grado di eseguire il test e lo sviluppo sulla macchina virtuale e, quindi, l’implementazione finale sulla macchina reale, completiamo l’intero processo in modo più rapido ed efficiente.
Già oggi i produttori di turbine stanno effettuando simulazione sui loro macchinari per prevedere quando sarà necessaria la manutenzione. Alcune città come Cambridge a Singapore stanno elaborando e tramutando dati reali in simulazioni per costruire città intelligenti e migliorare come, quando e dove fornire servizi ai cittadini. E in Italia come ci stiamo muovendo? l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano ha rilevato una spesa di 85 milioni di euro per lo sviluppo di algoritmi legati all’intelligenza artificiale e il 12% delle aziende ha un progetto a regime. Tramite l’implementazione di macchinari intelligenti e AI all’interno delle aziende è prevista la creazione di quasi 5 milioni di posti di lavoro in 15 anni.
Sostenibilità energetica
Ad un reddito in aumento corrisponde un consumo crescente, che a sua volta si traduce in un maggiore utilizzo di energia. Con un consumo energetico più elevato aumentano anche le emissioni di gas serra, il tutto in un contesto di previsioni climatiche sempre più critiche. L’India, in cui la classe media di 300 milioni di persone dovrebbe salire a 700 milioni entro il 2035, è un grande esempio. Le esigenze di condizionamento dell’aria per questa popolazione dovrebbero richiedere 300 nuove centrali elettriche, il doppio dell’attuale approvvigionamento energetico indiano.
Questa variazione in termini energetici non proviene solo dai dispositivi, ma anche dai dati che questi ultimi raccolgono. Entro il 2025, il costo dell’energia per la trasmissione dei dati dall’ “edge” al cloud risulterà insostenibile. Attualmente un terzo del consumo mondiale di energia è utilizzato per la produzione; grazie allo sviluppo dell’additive manufacturing il risparmio energetico globale potrebbe aumentare del 25%. Le imprese che sfrutteranno questa tecnologia e trasformeranno i loro modelli di business potranno creare un’economia circolare più efficiente e a basse emissioni di carbonio. La sostenibilità è il carburante per l’innovazione ed è la chiave per la creazione di un mondo migliore. Da questo punto di vista il nostro Paese non parte svantaggiato: Il Rapporto RISE 2018 curato dalla World Bank, che valuta il sostegno politico alla sostenibilità energetica da parte dei Governi di 133 Paesi che rappresentano il 97% della popolazione mondiale, ha assegnato all’Italia il terzo posto, grazie al suo primato per le misure di efficienza energetica. Certamente abbiamo ancora tanta strada da percorrere in questa direzione, ma non partiamo dalle ultime file.
In HP crediamo che cambiare sia un imperativo; lo viviamo ogni giorno. Riteniamo anche che ciò che ci definisce, come individui e collettivamente, è il modo in cui rispondiamo al cambiamento.
In questa fase ci troviamo di fronte allo stadio iniziale di una rivoluzione tecnologica, socioeconomica e demografica che porterà probabilmente a una nuova era per l’umanità. Persone, macchine, dati ed energia sono ora profondamente connessi l’uno con l’altro. L’interazione tra di loro determinerà la direzione dell’economia globale, il nostro futuro e la civiltà. La posta in gioco è elevata; tutti noi, quindi, dobbiamo pensare strategicamente a lungo termine per costruire un futuro migliore per il nostro paese e per il mondo.