Il salotto del CDO: è questo il nome dell’evento organizzato da Talend, allo scopo di condividere, stimolare e creare condivisione sul tema dei dati.
L’evento è stato introdotto da Antongiulio Donà, Vice President Sales di Talend Italia.
Il manager ha ricordato come la gestione dei dati sia già oggi centrale, e che diventerà in breve tempo mission critical per aziende di ogni dimensione.
Per questo, con convinzione, viene sottolineato come Il salotto del CDO non sia un evento marketing o commerciale, ma di pura evangelizzazione e conoscenza, condivisa fra esperti e attori del settore.
Flavio Venturini, Big Data Lab Director della Luiss University ha parlato di quanto siano determinanti i dati per il business odierno. La fruizione e le opportunità da essi derivanti devono infatti essere considerati importanti quanto, se non più, della normale attività lavorativa.
Questa è la motivazione da cui nasce il Chief Data Officer, una figura non ancora sufficientemente nota, ma che presto avrà un peso specifico altissimo nelle aziende.
Un CDO ha una serie di compiti ardui. Prima di tutto, bilanciare analytics e data science, così come flessibilità dei dati e la loro consistenza.
Non va scordato che il flusso dei dati non può mai interrompersi, neppure durante cambiamenti aziendali anche importanti: cambiano gli scenari di utilizzo, ma ai CDO non viene concesso alcun margine di errore.
Inoltre, ricorda Venturini, va sfruttata al meglio la possibilità di trarre vantaggi tecnologici competitivi, anche grazie a nuovi modi di gestire e sfruttare i dati in azienda. Per questo, la gestione proattiva delle implementazioni di soluzioni data driven è un tema che non può essere tralasciato.
Per quanto possa sembrare scontato, è essenziale per un CDO studiare ed applicare il miglior metodo per implementare il proprio ruolo in seno alla azienda.
Fra i compiti chiave del Chief Data Officer vi è quello di costruire una competenza aziendale ampia sulla corretta gestione dei dati; un compito stimolante ma non privo di difficoltà. A questo scopo, trattandosi di un nuovo e ruolo, il CDO deve saper creare delle KPI adatte a misurare la concreta applicazione delle proprie, che sarà sempre più importante per la redditività.
Se i dati sono il nuovo petrolio, le analogie non si fermano al valore economico, ma a molte delle attività connesse.
Infatti, come il petrolio grezzo ha scarso valore, al tempo stesso una mole di dati disaggregati e disomogenei è poco utile al business. Conclude Venturini, è essenziale una data driven strategy, e che non si scordi mai di garantire sia l’integrità che il possesso dei dati stessi.
Ciaran Dynes, SVP of Products di Talend, ha parlato di come sia importante una gestione condivisa e consapevole dei dati, in un mondo sempre più data driven. Infatti, IDC prevende entro il 2025 che verranno generati 163 ZByte di dati nel 2025: 10 volte più quanto avveniva solo nel 2017.
Un tasso di crescita impressionante, ed è sinceramente impensabile gestire una tale mole di informazioni con strumenti ormai obsoleti.
Per questo i leader del mondo digitale si sono dotati di una chiara data strategy.
Ad un anno dalla entrata in vigore del GDPR, moltissime aziende hanno dimostrato di essersi adeguate a livello formale, ma di non essere fattivamente in grado di rispondere a eventuali richieste: moltissimo lavoro resta quindi da fare, ed anche questa è una opportunità per trasformare un obbligo legale in una grande opportunità di cambiamento.