Emilio Turani, Managing Director per Italia, Iberia, Central Eastern Europe e Turchia ha incontrato la stampa, facendo il punto sulla situazione di Qualys.
La società è presente in Italia da 4 anni, come parte integrante della strategia di espansione aziendale. Grazie alla qualità del lavoro svolto da Turani e dai suoi collaboratori, oggi Qualys riesce a veicolare il proprio go-to-market attraverso la sede fisica, sia in fase di prevendita che commerciale.
Il manager ha ricordato che Qualys, (che compie 20 anni proprio nel 2019), nasce in Francia, e conta oggi circa 1.500 risorse in tutto il mondo.
L’approccio vincente che ha portato in alto l’azienda è stato un business model che, da sempre, si è basato su quello che inizialmente era demand computing, oggi più comunemente definito cloud service. Aver capito con larghissimo anticipo quello che sarebbe diventato negli anni il principale modello di erogazione di software e servizi, continua il manager italiano, ha fornito a Qualys un indubbio vantaggio tecnologico.
Da sempre, l’azienda si è dimostrata innovativa, e ha saputo coniugare l’eccellenza della sicurezza con le esigenze di performance, oggi più sentite che mai. Il mercato ne ha ampiamente premiato la strategia, al punto che oggi la società americana è presente in ben in 100 Paesi del mondo.
Emilio Turani, Managing Director per Italia, Iberia, Central Eastern Europe e Turchia di Qualys
Qualys, tuttavia, ha ben presente che essere leader di mercato non è un diritto di nascita, e che i competitor non sono certo passivi. Per questo, alla propria piattaforma sono state aggiunte numerose applicazioni orizzontali, sulle quali, oggi, ben il 47% delle aziende Global 500 fa affidamento.
Un dato che da solo certifica la stima di cui gode la società a livello mondiale, al quale si aggiunge un tasso di rinnovo delle subscription altissimo, superiore al 97%. Se si esclude un tasso fisiologico di aziende che si fondono, vengono acquisite o (purtroppo) chiudono, praticamente tutte le aziende rinnovano.
Non è un caso che – ricorda Turani – Qualys lavori prevalentemente tramite PoC, a dimostrazione di quanta fiducia venga riposta nella piattaforma.
Inoltre, parlando della situazione italiana, i clienti attivi sono oltre 200. Una crescita notevole considerando che solo pochi anni fa erano 85.
Marco Rottigni, Chief Technical Security Officer EMEA ha ricordato che oggi la digital transformation sta finalmente riguardando il business, dopo aver soprattutto portato cambiamenti nella vita quotidiana delle persone; abilitando un rapporto con il dato sempre più profondo e pervasivo.
La naturale conseguenza è il graduale spostamento verso il cloud, e l’adozione di soluzioni cloud native. È evidente come questo comporti il ripensare molte delle attività aziendali, e senza che vada a tramontare il tradizionale rapporto con il mondo dei data center.
L’approccio olistico di Qualys permette di osservare il server da tutti i punti di vista: che sia normativo, amministrativo o puramente tecnico, è quindi possibile avere una totale visibilità del sistema.
Molti “occhi” (19 sono le applicazioni che girano sulla piattaforma Qualys) ne permettono la visione e gestione nei modi e nei tempi più idonei per lo specifico utente che vi faccia accesso.
Ma l’evoluzione non si ferma: la società americana sta lavorando a ulteriori software e sensori fisici, in grado di aumentare la sicurezza e ridurre i tempi di reazione della piattaforma.