Chi saranno i business leader AI di domani? Risponde Microsoft

Chi saranno i business leader AI di domani? Risponde Microsoft

Realizzata da KRC Research per Microsoft Business leaders in the age of AI” indaga sul legame tra AI, crescita del business e atteggiamento dei leader verso l’AI. L’Italia si contraddistingue per una visione particolarmente ottimistica rispetto al potenziale di crescita offerto dall’AI e vede l’AI come un importante strumento di leadership. È il Paese con maggior fiducia nel ruolo dell’Intelligenza Artificiale a supporto dei leader per settare le strategie aziendali e ove, al contempo, emerge con chiarezza la convinzione che l’AI possa contribuire all’affermarsi di uno stile di leadership più attento agli aspetti umani e relazionali.

AI e crescita
Le aziende in rapida crescita sono più del doppio inclini a utilizzare l’AI rispetto a quelle a crescita più lenta. A livello globale, il 41% delle aziende in rapida crescita stanno attivamente implementando l’AI, laddove solo il 18% di quelle in lenta crescita sono attive su questo fronte. L’Italia risulta essere un po’ più in ritardo, ma emerge comunque lo stesso tipo di gap tra le aziende più e meno performanti.

AI e prospettive future
Emerge una differenza sostanziale in termini di leadership. I leader delle aziende in rapida crescita sono quelli che, non solo utilizzano più AI oggi, ma sentono maggior senso di urgenza rispetto all’adozione dell’AI nell’immediato futuro, non unicamente come strumento di efficienza, ma anche per trainare la crescita del business.

AI e umanità
Può sembrare un paradosso, ma in linea con la vision di Microsoft che vede l’AI come uno strumento per amplificare le potenzialità dell’uomo, lasciando quindi maggior spazio anche alle attività più creative e relazionali che contraddistinguono l’essere umano, la ricerca restituisce un’interessante proporzione: “più AI, più Umanità”. Emerge infatti che più verrà utilizzata l’AI, più i business leader potranno investire tempo nel motivare e ispirare le proprie risorse. È questo apparo vero sia a livello globale, sia nel quadro italiano.

AI e impatto sulla leadership
Di fatto i business leader comprendono che l’AI non rappresenta esclusivamente una leva d’efficienza, ma un alleato per potenziare le loro capacità e sono convinti che cambierà alcuni aspetti del loro lavoro. La maggior parte ritiene che l’AI offra l’opportunità di amplificare il pensiero strategico: sono in particolare i responsabili delle aziende in rapida crescita i più ottimisti rispetto al supporto dell’AI in termini di problem solving e definizione di orientamenti.

AI e formazione
A queste considerazioni si somma la consapevolezza che è necessario aggiornare le proprie skill per adattarsi allo scenario in evoluzione e cogliere i benefici dell’AI: a prescindere dal ritmo di crescita della propria organizzazione, a livello globale, il 67% dei leader dichiara che apprezzerebbe un supporto per ridefinire le proprie competenze ed essere meglio preparato all’AI. In Italia questa presa di coscienza raggiunge la quota del 75%.

AI e sfide
Per quanto riguarda le sfide poste dall’AI emerge una comune visione tra l’Italia e il resto del mondo: la vera sfida è adattarsi rapidamente a scenari di marcato nuovi e in cambiamento (49% in Italia e 47% a livello globale). Dopo questa priorità la top 3 delle sfide italiane vede anche sviluppare idee volte a utilizzare l’AI per offrire valore aggiunto ai clienti (42%) e la scelta del giusto modello di leadership per guidare l’integrazione dell’AI nelle attività quotidiane (41%).

AI ed etica
Un interessante esito della ricerca Microsoft riguarda anche il tanto dibattuto binomio tra AI ed Etica: le aziende che sono più avanti nel proprio percorso di adozione dell’AI e che hanno maggiori aspettative di crescita, sono anche le più inclini a comprendere che i business leader hanno obblighi relativi all’uso responsabile dell’AI.

Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia
L’AI può aiutare i leader di oggi ad essere più efficienti ed efficaci, abilitando un’evoluzione dall’essere manager all’essere promotori/coach e quindi un passaggio dal focus sulla gestione al focus sull’empowerment e la motivazione.