IDC anticipa le future tendenze dei data center aziendali

IDC anticipa le future tendenze dei data center aziendali

Durante la Datacenter of the Future Conference 2019, IDC presenterà il data center aziendale del futuro, un’infrastruttura più agile, distribuita e automatizzata. La trasformazione del data center sarà al centro del convegno che si terrà a Milano il 27 marzo alla presenza di analisti IDC, dei maggiori esperti del settore e di aziende italiane, che porteranno la loro diretta esperienza e illustreranno ai partecipanti la portata dei cambiamenti in atto, i possibili impatti sulle scelte IT infrastrutturali attuali e le direzioni da prendere per affrontare il futuro.
Il data center sta attraversando infatti una fase di trasformazione generata, da una parte, dal crescente “appetito” aziendale per le nuove applicazioni che, disegnate in modo diverso rispetto al passato, richiedono un cambiamento sostanziale nella gestione dell’infrastruttura, dall’altra dalla necessità di continuare a supportare e modernizzare il mondo legacy.

Una trasformazione che, a livello di data center interni, andrà a invertire uno dei trend più evidenti degli ultimi anni: quello della concentrazione in grandi strutture. Il consolidamento dei data center è una best practice IT di lunga tradizione: crescendo organicamente o per acquisizioni, la proliferazione dei data center ha sempre rappresentato una sfida per le aziende, portandole nel corso di un ciclo standard compreso tra i quattro e i sette anni a realizzare nuove e più grandi facility vicine alla sede principale e a chiudere o consolidare le location più piccole e lontane.

La trasformazione digitale sta capovolgendo questa tendenza: l’enorme quantità di dati generati da più fronti sta creando grandi repository di informazioni che saranno per lo più fatti risiedere in mega data center cloud gestiti da fornitori IaaS e SaaS o in strutture più piccole posizionate più favorevolmente, a livello geografico, in termini di latenza e risposta di servizio. Ciò renderà sempre meno importante la costruzione di grandi data center aziendali.

Già nel corso di quest’anno, secondo IDC il 25% delle aziende abbandonerà il consolidamento di grandi data center a favore della modernizzazione di data center di più piccole dimensioni posizionati più strategicamente. Questa previsione fa il paio con una seconda, che IDC proietta al 2020, che afferma che l’esigenza di conservare e gestire il volume crescente di dati generati all’edge porterà il 40% delle aziende a istituire e servirsi di uno strato intermedio di “data vault”. L’enorme flusso di dati che nei prossimi anni sommergerà le aziende dovrà essere immagazzinato e reso accessibile per essere analizzato, e niente di ciò è probabile che avvenga vicino agli attuali data center aziendali, sostiene IDC.

Per gestire questa proliferazione di dati, molte organizzazioni adotteranno una strategia di data vaulting che permetterà loro di consolidare i dati in siti sicuri intermedi, spesso gestiti da colocator, senza bisogno di costruire nuove facility. In questi siti – presso i quali si potrà accedere a consumo a “pacchetti” di spazio, connettività, capacità di storage e sicurezza – le aziende potranno avviare processi di pulizia e gestione dei dati immagazzinati, servendosi dell’aiuto dei colocator per gestire la rete dei vari data vault e lo spostamento dei dati tra i data vault, i data center interni e i cloud data center.

Una progressiva granularizzazione che porterà a una terza fase: l’aumento dell’impiego di tecnologie di AI e machine learning per ottimizzare la gestione infrastrutturale della rete di data center, data vault e siti edge. Entro il 2022, si prevede che il 50% degli asset IT dei data center aziendali potrà operare autonomamente grazie a tecnologie AI. A livello centrale, AI e ML porteranno a una maggiore automazione delle operazioni per aumentare la resilienza e ottimizzare le prestazioni. Questa tendenza sarà ancor più evidente all’edge, dove il presidio umano risulterà più limitato, se non addirittura assente.