Come anticipato, l’adozione dei thin client in azienda è tanto più vantaggiosa quanto sono numerosi i punti di accesso da abilitare. Rispondendo a una logica client/server, questi dispositivi demandano la quasi totalità delle funzioni a una macchina centrale ad elevata potenza, con evidenti aspetti positivi.
Per esempio, la fase di deploy, implementazione o eventuale ripristino, può avvenire in pochissimi minuti. Una volta effettuate le connessioni fisiche necessarie, è infatti sufficiente avviare e connettere il dispositivo alla rete. Tutti i software e i meccanismi di accesso, incluse le credenziali, saranno forniti dal server.
Lo stesso dicasi per l’aggiornamento dei diversi componenti software e delle App. In un momento in cui le attività di patch management risultano cruciali ai fini della security aziendale, poter disporre di un thin client assicura un processo di aggiornamento automatizzato in poco tempo. Non solo, si avrà la certezza che tutti i client connessi eseguano la medesima versione di un dato software, scongiurando il frazionamento del parco macchine e problemi di compatibilità.
Tutto questo si traduce, inevitabilmente, in costi di gestione molto inferiori, se paragonati a una tipica infrastruttura con PC desktop convenzionali. In termini di apparati hardware, i thin client sono solitamente costruiti a partire da componenti di classe industriale, molto robusti e pensati per lavorare in modo continuativo senza difficoltà. Ciò rende questi terminali nettamente più longevi rispetto ai PC, per un ciclo di vita che può anche superare i 10 anni.
I componenti a basso consumo non richiedono altresì ventole o grossi radiatori, assicurando un’operatività in ogni condizione, senza rumore e occupando poco spazio.
Questo ci porta a un’altra riflessione: un thin client consuma molto meno di un qualsiasi desktop. Considerando un consumo medio di 10 W, questi apparati vantano un assorbimento 10 – 15 volte inferiore rispetto alla controparte PC. Scalando il ragionamento su N macchine risulta immediato il beneficio economico in termini di costi di raffreddamento degli ambienti e di alimentazione elettrica. La bolletta energetica può realmente alleggerirsi in modo consistente.
Come detto, di questi tempi la sicurezza è un elemento imprescindibile per le imprese e, l’adozione di un thin client può certamente aiutare il mondo professionale a raggiungere la compliance normativa e a progettare le proprie reti secondo il concetto di “security-by-design” enunciato nel GDPR.
Nel caso in cui dispongano di porte o lettore incorporati, il loro funzionamento è definito centralmente. Potrebbe sembrare un dettaglio di poco conto, ma ciò significa che porte USB, lettori SD, o altre connessioni sono abilitate univocamente dall’amministratore di sistema. Così facendo non c’è modo per gli utenti di interagire in modo non conforme con i dati aziendali (esfiltrazioni o connessione di drive virati).
Ultimo, ma non ultimo, aspetto fondamentale è dato dalla grande apertura progettuale che viene offerta ai sistemisti che scelgono una architettura server/thin client. Sfruttando questa logica, tutti i dati risiedono su una macchina centrale o nel cloud; ciò rende l’accesso ai propri dati di lavoro più fluido e lineare. Un particolare non da poco per chi opera spesso in mobilità e desidera elaborare documenti in tempo reale, senza dover utilizzare repliche e senza dover trasportare fuori dall’ufficio importanti asset aziendali.
Va da sé che un approccio che favorisca l’uso di thin client si sposa alla perfezione con le grandi aziende; il passaggio da una sede all’altra sarebbe estremamente semplice per qualsiasi dipendente: documenti, file e condivisioni saranno infatti già al loro posto senza complicati processi di configurazione.