Toshiba svela i trend del segmento storage per il 2019

Toshiba svela i trend del segmento storage per il 2019

Toshiba presenta la propria visione sui trend che ci attendono nel 2019 per quanto riguarda il settore dello storage, fra SSD, HDD e intelligenza artificiale.

I dati crescono in maniera incredibile e conseguentemente il settore dello storage ne viene trainato con altrettanto vigore.Toshiba, player del settore e osservatore attento dei fenomeni su larga scala, fa il punto sulle soluzioni di archiviazione e traccia i trend per il 2019, focalizzandosi sull’importanza di progettare unità sempre più capienti e in grado di soddisfare le esigenze di utenti singoli e aziende.

Ingegneri e sviluppatori mettono a punto soluzioni sempre più capienti, ma sembra quasi una lotta impari: si deve sempre far fronte all’aumento di dati generati dagli utenti e dalle macchine. Inoltre, bisogna considerare il fatto che questa massa di dati viene, a sua volta, sottoposta a backup nei data center e in cloud e tutto ciò non fa altro che moltiplicare lo spazio di memoria necessario all’archiviazione. Industria 4.0 e IoT creeranno addirittura nuove fonti di dati, come se ora non fossero ampiamente sufficienti a generare grossi grattacapi.

Rainer W. Kaese, Senior Manager Business Development Storage Products di Toshiba Electronics Europe
La domanda che bisogna porsi è se sia sufficiente creare ulteriore spazio per le esigenze del prossimo decennio o se si dovrà contemplare un approccio più analitico nell’archiviazione al fine di determinare a monte quali siano i dati veramente importanti da conservare.

Toshiba svela i trend del segmento storage per il 2019La quantità di dati che gli utenti immagazzinano continua a crescere senza sosta e più velocemente del previsto. Ci si aspettava che, aumentando la percentuale di dati memorizzati su flash e SSD, si sarebbe verificata una diminuzione della quantità di dati memorizzati su hard disk e nastri magnetici. Eppure, oggi, tutte e tre le tecnologie continuano a crescere data la quantità di materiale da memorizzare.

Nel 2019 si può presumere che il 90% della capacità, per applicazioni tipiche di cloud computing, sarà realizzata con hard disk e in alcune eventualità con nastro magnetico e che solo il 10% verrà implementato con SSD. Però, dal momento che gli SSD Enterprise costano fino a dieci volte di più degli HDD per unità di capacità, l’investimento finanziario sarà bilanciato con circa il 50% speso per gli HDD e lo stesso investito in SSD. Questi sistemi di storage coprono l’intera gamma di applicazioni, dalle appliance “all-flash”, ai modelli ibridi con flash per cache o dati a cui si accede più frequentemente (“hot data”) e HDD per dati meno utilizzati, fino ai server di archiviazione basati solo su hard disk.

I principali produttori di storage stanno commercializzando modelli di HDD riempiti con elio e capacità di 16TB. Nei prossimi anni si prevede un aumento della capacità di circa 2TB all’anno, il che significa che entro l’inizio del prossimo decennio dovrebbero essere disponibili HDD da 20TB. È probabile che queste unità vengano ottimizzate per offrire un’elevata capacità ad un prezzo inferiore, ma non sono previsti miglioramenti di rilievo per altri parametri tecnici.

Fa però eccezione il consumo di energia, ridotto grazie all’uso dell’elio negli HDD. Mentre gli HDD da 3,5″, con velocità di rotazione 7200rpm riempiti ad aria consumavano, sotto carico, 11W di potenza in maniera relativamente costante e indipendentemente dalla capacità, il consumo energetico degli HDD riempiti ad elio si aggira intorno ai 6-7W. Questo è possibile grazie al minor attrito che offre l’elio; un gas più leggero dell’aria. Pertanto, l’introduzione di hard disk ad elio sta contribuendo a far fronte alla sfida della riduzione del consumo di energia nei data center.

Ogni Watt di potenza risparmiato comporta meno energia richiesta da un data center e meno calore dissipato, rendendo così più economico anche il raffreddamento. La riduzione della temperatura garantisce alle soluzioni riempite ad elio una maggiore affidabilità rispetto a quelle ad aria, anche se utilizzate a funzionamento continuo, tutto ciò si traduce in un minor numero di malfunzionamenti e una maggiore durata del prodotto. Inoltre, sono in corso studi per aumentare ulteriormente la densità di archiviazione, con tecnologie come la registrazione magnetica assistita da microonde (MAMR) da integrare nelle testine di scrittura del disco rigido.

Le nuove applicazioni dei PC, come l’Intelligenza Artificiale, il Deep Learning e la Blockchain hanno aumentato in maniera evidente le esigenze di prestazioni di elaborazione. Si prevede che queste tecnologie possano generare molti più dati e richiedano l’accesso a soluzioni di archiviazione, ma al momento non è chiaro, con precisione, quale impatto avranno sui requisiti di archiviazione, poiché non si sa ancora abbastanza sulle applicazioni e su come verranno implementate. Certo è che queste tecnologie aumenteranno ancora di più la quantità di dati da memorizzare.