Digital transformation, intervista a Antonio Cristini di Verizon

Digital transformation, intervista a Antonio Cristini di Verizon

Intervistiamo Antonio Cristini, Managing client partner Italy di Verizon Enterprise Solutions, che ci parla di competenze digitali e di automazione per il business.

– Il potenziale delle imprese è spesso frenato da un comparto IT inadeguato e sottosviluppato, quali consigli si sente di fornire alle PMI che desiderano accelerare il proprio business?
Qualunque azienda è consapevole dell’importanza di un business model adatto all’era del digitale. Eppure, se i più considerano la digital transformation essenziale per sviluppare un vantaggio competitivo, gli ostacoli per questo obiettivo sono difficili da superare. Le iniziative a riguardo non sono complicate da realizzare solo in termini di tempistiche, ma possono anche perdere slancio senza apportare il valore aggiunto che avrebbero dovuto.

Le principali domande che le aziende dovrebbero porsi sono:
Il digital offre nuove opportunità, ma aumenta le minacce a cui si è esposti. Come si può essere certi di utilizzare misure di sicurezza adeguate?
L’innovazione è la priorità assoluta. La vostra rete consente di applicare velocemente nuovi servizi, funzionalità e app per una customer experience ottimale?
Le skill necessarie cambiano da un giorno all’altro. Potete contare sui professionisti giusti, con le competenze per applicare la vostra strategia di trasformazione delle reti, o che vi sostengano nel prossimo passo verso la digital transformation?
Nell’era delle innovazioni trainate da cloud, social media, mobile computing e big data, potete contare su una rete velocemente scalabile?

Affidandosi ad un provider di tecnologia di fiducia, in grado di fornire servizi e consulenza di supporto, le aziende potranno contare sull’expertise di un leader globale in campo tecnologia, anche se al loro interno hanno solo un piccolo reparto IT.

– In molti casi, lo scarso dialogo tra board e reparti IT non consente di approfittare appieno dei processi di trasformazione. Se a questo sommiamo la costante carenza di fondi da destinare all’IT la miscela è potenzialmente esplosiva. Come disinnescarla?
Spesso i professionisti in ambito IT comunicano difficilmente con il board – questo per molte ragioni, tra cui la mancanza di aggiornamenti regolari sui progetti, il parlare prevalentemente di tecnologia invece che in termini di risultati di business e roi, oppure per la mancanza di comunicazione strutturata. Perché i progetti inerenti al cambiamento digitale siano efficaci, devono partire dall’alto, ma spesso i progressi o le sfide non vengono comunicati chiaramente, oppure non vengono compresi dai responsabili.

Per garantire ai professionisti IT di essere in sintonia con le richieste e con il modo di comunicare del board, è necessaria una sorta di rieducazione. Ad esempio, abbiamo notato queste dinamiche relativamente a progetti di compliance, quando abbiamo dotato alcuni clienti di una struttura e una metodologia chiare per supportare prima di tutto lo staff incaricato nell’applicazione della compliance, ma anche nel dare loro gli strumenti per dialogare con i membri del board, e rendere più fruibili i messaggi.

– La carenza di skill è un fatto assodato; negli ultimi anni sono venute a mancare le competenze e le figure chiave per abilitare una digital transformation sicura. Qual è l’approccio di Verizon in questo contesto? Quali sono le risorse e i servizi Verizon che possono aiutare a colmare il gap?
Il gap di professionalità è un problema che potenzialmente potrebbe danneggiare le aziende, specialmente nel momento in cui le risorse più esperte lasciano l’azienda e alcuni progetti restano a metà, ma al contempo non si trova una risorsa per sostituirli. Gli esperti consulenti dei nostri team di servizi professionali collaborano strettamente con i nostri clienti per offrire consulenze strategiche in queste situazioni, sia fornendo servizi gestiti, che mettendo a disposizione la consulenza di un esperto in loco, a seconda delle richieste del cliente. Il nostro lavoro è sfruttare il mix di know how tecnologico, expertise nei servizi professionali e su modelli di servizio su scala globale che ci contraddistingue per far diventare realtà la real time enterprise. Si tratta soprattutto di affidarci alla nostra esperienza globale, su larga scala, per supportare i nostri clienti, che siano aziende o enti governativi, in tutto il mondo, a raggiungere i propri obiettivi.

– L’entrata in vigore del GDPR ha ricordato alle imprese l’importanza della privacy e del corretto trattamento dei dati. A sei mesi dall’introduzione della normativa quale considerazioni potete fare circa il comportamento delle aziende e dei clienti?
Uno dei nostri obiettivi costanti è garantire che i clienti rispettino i criteri del GDPR nelle proprie attività. Molte aziende vedono nel GDPR esclusivamente una questione legale – che, visto il gergo e i procedimenti in quest’ambito, avanza molto lentamente. Quando si guarda la questione in questo modo, in genere le dovute considerazioni di sicurezza in ambito IT non fanno parte di questo dialogo, e la sicurezza viene quindi vista come la conclusione di un processo legale, e non viene applicata.

Dobbiamo invece ricordare che non passa giorno senza che da qualche parte nel mondo vengano violati dei dati, oppure delle informazioni personali. I dati possono essere considerati come una vera e propria valuta, e le aziende devono garantire che la sicurezza sia sempre la priorità.

Le aziende dovrebbero sapere dove vengono archiviati i loro dati, chi vi ha accesso, quali informazioni contengono e stabilire/mantenere i controlli appropriati a seconda degli scenari di rischio a cui si riferiscono. La sicurezza dovrebbe essere considerata un’attività standard, non qualcosa su cui concentrarsi una volta all’anno. Quando migliora il livello di sicurezza, diminuisce la probabilità di violazioni in futuro, e, in caso si verifichi un episodio di questo tipo, sarà già in essere la procedura corretta per reagire prontamente e minimizzare le ripercussioni in termini di trust per il brand.

– L’automazione ci salverà aumentando la competitività delle imprese, ma come si abilita una reale automazione efficiente e distribuita? Che ruolo giocano la robotica e il machine learning?
Questo processo ci sembra graduale, dato che sono ormai numerosi i settori aziendali che hanno colto il valore aggiunto dell’automazione. Inoltre, non solo le macchine dialogheranno con le macchine nel mondo connesso, ma interagiranno in modo estensivo con gli esseri umani, e gli sviluppatori penseranno a nuovi modi di creare user experience innovative e altamente connesse. I passi avanti nel campo dell’intelligenza artificiale, poi, diverranno ancora più rapidi, per poter processare in modo efficace la raffica di dati provenienti da queste tecnologie.