Raffaele Gigantino e Maurizio Carli raccontano VMworld Europe

Raffaele Gigantino e Maurizio Carli raccontano VMworld Europe

Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware per l’Italia, ha accolto la stampa italiana e fornito alcune particolarità del VMworld Europe di quest’anno.
12.500 partecipanti sono moltissimi e il fatto che di questi, oltre 500 siano italiani, rappresenta un aspetto molto importante per VMware Italia.

Gigantino ha, poi, ceduto la parola a Maurizio Carli, Executive Vice President, Worldwide Sales and Services. Il manager ha rivelato come il mercato, diviso nei tre grandi department (Europa, USA e Pacific), vede trasformazioni importanti. Molti clienti avevano de facto congelato investimenti, forse nella prospettiva di andare verso public cloud. Per contro, si sta invece delineando una prospettiva verso soluzioni di hybrid cloud. Ciò si allinea strategicamente con quanto proposto dall’azienda, come per esempio VMware Hybrid Cloud, capace di rispondere perfettamente a queste esigenze, per una operatività regolare per ogni tipo di applicazione. In questo contesto e di fronte a una effettiva difficoltà di accedere ai dati distribuiti in modo eterogeneo da parte delle imprese, la posizione di leadership di VMware è invidiabile.

Carli ha evidenziato la solidità della strategia messa in atto al fine di stringere alleanze e partnership di rilievo. Tra queste, ad esempio, la già citata partnership con IBM; mentre grazie ad AWS, VMware può di fatto vendere soluzioni as-a-service appoggiandosi all’hardware di Amazon. Sul mercato asiatico, invece, il partner di riferimento è Ali Cloud (ricordiamo che si tratta della divisione Cloud di Alibaba). Ciò delinea un futuro molto chiaro per il mondo data center: investimenti in infrastrutture logiche, che prevedano utilizzo a consumo da parte del cliente.

Raffaele Gigantino e Maurizio Carli raccontano VMworld Europe

Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware per l’Italia

Un secondo campo di investimenti, sono i container, in particolare Kubernetes. PKS è la soluzione VMware per questo mercato, a continua riprova di come la società sia “sempre sul pezzo” rispetto alle nuove tecnologie. In quest’ottica, il 2019 vedrà la convergenza all’interno di vSphere, particolare che permetterà al cliente di gestire tutto come un’unica soluzione, potendo eseguire Kubernetes direttamente da vSphere.

La parte di end user computing è altrettanto interessata da forti investimenti. Molte aziende stanno modernizzando le proprie interfacce d’uso: oggi l’utente si aspetta user experience di tipo consumer, gradevoli e semplici da usare, pur preservando gli adeguati livelli di sicurezza richiesti dal mondo enterprise.
Carli ci ha svelato un particolare importante (ancorché riferito al mercato USA). Una serie di recenti sondaggi, infatti, ha dimostrato come per la generazione millennial, sia elemento discriminante (nella scelta di un nuovo impiego) il tipo di piattaforma informatica in uso presso l’azienda. Le realtà aziendali più moderne, anche da questo punto di vista, saranno dunque avvantaggiate nella scelta delle nuove risorse aziendali. L’interfaccia utente non è quindi un elemento meramente estetico, ma piuttosto funzionale per il successo aziendale.

Decisamente interessanti i risultati dei primi due quarter, periodo nel quale si è registrata una crescita di oltre il 12%. Chiaramente, essendo l’offerta VMware “orizzontale”, non è possibile identificare un solo mercato di riferimento; tuttavia il mondo finance, Telco, e surveillance/difesa, possono dirsi sicuramente rilevanti. Il segmento Telco, a titolo d’esempio, permette di gestire voice, messaging e data in un unico server, grazie a vSphere. Si prevede, continua Carli, che la prossima introduzione della rete 5G possa offrire un grande spunto di crescita della virtualizzazione.

Nel futuro, in virtù dei grandi volumi di dati generati da sensori e IoT, sarà forte la presenza di server edge, per processare in locale la mole di dati prodotta. La piattaforma di riferimento sarà con ogni probabilità di tipo ARM, e per questo VMware ha annunciato il supporto di vSphere per ARM. In sintesi, esisteranno mini-server ARM con vSphere a bordo, a ulteriore rafforzamento del concetto di “center of data”, superando di fatto l’impostazione di data center tradizionale. Il mondo IoT vedrà forte personalizzazioni, ad esempio nel settore automotive, che avrà esigenze differenti dal mondo Oil & Gas. Per questo, Carli ha svelato come, in VMware, vedranno la luce una serie di progetti pilota, per meglio valutare quali fronti saranno oggetto di maggiori investimenti.

Gigantino riprende la parola e spiega come, in Italia, il cloud stia registrando un momento di forti investimenti e anche la PA abbia avviato un percorso di cambiamento radicale, una vera trasformazione digitale. Un esempio virtuoso è InnovaPuglia, che non a caso sfrutta le soluzioni VMware, e l’Università di Firenze (da noi intervistata, nella persona di Marius Spinu.

Raffaele Gigantino e Maurizio Carli raccontano VMworld Europe

Maurizio Carli, Executive Vice President, Worldwide Sales and Services

Banking e Insurance sono sicuramente clienti importanti, in modo coerente con il resto della corporation. Ovviamente, il grande supporto per l’hybrid cloud mette VMware in un’ottima posizione per supportare la trasformazione tecnologica in atto nel nostro Paese.
Come sempre, le risorse umane sono vitali per VMware Italia: il team continua a crescere, con oltre 125 risorse attualmente impiegate e ben 23 posizioni aperte. Non stupisce quindi il livello di performance offerto dai propri collaboratori, in un contesto economico certo non semplice, come quello nostrano. Lo scoglio maggiore rimane sempre, unitamente ad una persistente carenza di risorse per investimenti, un certo ritardo culturale (anche nelle grandi aziende) e una scarsa comunicazione aziendale. Fortunatamente, la situazione sta cambiando, ma è evidente che il processo sarà lungo. Su questo percorso, Gigantino e il proprio team sono in campo, al fianco e in supporto delle aziende, come abilitatore dei processi di trasformazione.

Carli, in chiusura, ha offerto la sua visione di “italiano all’estero” (ricordiamo, che la percezione dell’Italia è, purtroppo, quella di un Paese che invecchia, in qualche modo avvitandosi su ste stesso). La delocalizzazione di molti processi produttivi non è stata adeguatamente compensata dal valore aggiunto delle produzioni intellettuali. Il mondo anglosassone è sicuramente molto più aperto al futuro. Fin dal sistema scolastico si investe sui ragazzi, che sono preparati ad affrontare il mondo del lavoro con un forte convincimento nei propri mezzi.

Ne emerge un quadro ben delineato: VMware “scoppia di salute”, con un presente brillante ed un futuro ancora più promettente. Futuro che, giova ricordarlo, sarà fortemente condizionato dalle tecnologie della stessa VMware.