VMware compie 20 anni e, anche se oggi parlare di virtualizzazione può sembrare normale, aver intuito con così tanto anticipo quanto peso avrebbe avuto questo tipo di tecnologia spiega meglio di molte altre parole il successo e l’invidiabile posizione nel mercato occupata dall’azienda di Palo Alto.
Nel corso della sua ventennale evoluzione, VMware ha visto aumentare coerentemente tanto le proprie soluzioni, quanto il parco clienti; a riprova di questo, l’annuale evento VMworld ha raccolto un numero sempre maggiore di consensi, con una partecipazione che nelle prime edizioni era di circa 3.000 persone, per arrivare ad oggi con oltre 20mila unità nella sola data statunitense. D’altronde, è grazie alle soluzioni di VMware se è possibile ottimizzare una quantità praticamente infinita di attività che, in assenza delle tecnologie di virtualizzazione, richiederebbero così tante risorse energetiche e hardware da rendere spesso antieconomico il servizio offerto.
Basti ricordare, a titolo d’esempio, che grazie a VMware nel solo 2017 è stato possibile evitare l’immissione nell’atmosfera di ben 84 milioni di tonnellate di CO2. Non è certo un caso, quindi, che Raffaele Gigantino, da luglio 2018 Country Manager di VMware Italia, abbia scelto con convinzione l’azienda statunitense: Gigantino ha sottolineato come in VMware sia presente un eccellente mix di competenza e senso di appartenenza, qualità che permettono alle risorse di esprimere il massimo del proprio potenziale, creando anche quel clima di energia positiva che è sempre alla base dei più grandi successi aziendali.
Come ha anche ricordato Luca Zerminiani, director systems engineering di VMware Italia, pur avendo compiuto 20 anni, in azienda lo spirito e la voglia di innovare e crescere sono le stesse di una startup: anche nel corso del recente VMworld 2018, non sono mancate le novità, tese a rispondere nel migliore dei modi alle esigenze del presente e del futuro, in tema di multi-cloud e IoT.
Non è un caso che VMware parli del passaggio dai Data Center, ai centri di dati: le connessioni IoT sono destinate a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni, passando da 5,6 miliardi del 2016, fino a sfiorare i 14 miliardi nel 2021. Anche in quest’ottica, l’acquisizione di CloudHealth, realtà specializzata nell’analisi e nella gestione dei costi per piattaforme cloud AWS, Microsoft Azure e Google Cloud, è stata fatta con l’intento di offrire ai partner e clienti soluzioni sempre più complete e organiche.
Le sfide che attendono tutto il mondo IT, che per alcuni possono presentare rischi e difficoltà, per VMware sono già ora niente altro che il carburante indispensabile per crescere e innovare: è anche in questo che si vede la (grande) differenza fra le aziende vincenti e tutte le altre.