Buffalo svela le nuove TeraStation WS5020N6 con OS Windows Storage Server 2016, dispositivi evoluti per le PMI e facilmente integrabili nella rete aziendale.
I NAS con ambiente operativo Windows rappresentano la minoranza del mercato e non tutti i produttori scelgono di dotare i propri device di OS Microsoft. Certamente il costo di una soluzione Windows rispetto alle molteplici varianti Linux personalizzate è superiore, a parità di capacità installata, ma non mancano i vantaggi.
Abbiamo ricevuto in prova lo storage TeraStation WS5220DN08W6EU, la variante con due drive da 4 TByte Serial Ata (la più capace del suo segmento) e pensata per imprese di piccole e medie dimensioni. Diversamente dalle altre unità della serie (WS5420DNW6 desktop 4 baie, WS5420RNS6 rack 4 bay e WSH5610DNS6 desktop 6 baie), la versione WS5220DN si distingue per la disponibilità di due soli drive bay da 3,5” già popolati con hard disk di alta qualità (NAS Grade). In quest’ottica costituisce la soluzione più economica e a “portata di mano” anche per gli ambienti meno strutturati.
In considerazione delle specifiche e del prezzo, la domanda corretta da porsi è “perché preferire uno storage basato su Windows rispetto agli altri?”
Windows Storage Server 2016 (qui in versione Workgroup) fornisce una soluzione di classe enterprise semplice ed economica, orientata alle applicazioni e all’utente. È perciò possibile sfruttare il NAS come un vero e proprio server con accessibilità Active Directory analoga a quella di un qualsiasi altro device Windows e controllabile remotamente con un client standard, oppure direttamente, tramite le porte (VGA e USB) disponibili lungo il lato posteriore.
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In pratica una versione Storage Server, disponibile solo per gli OEM e non in vendita separatamente, offre parte delle funzioni Server di Windows 2016 ma a un costo iniziale e con un TCO nettamente inferiori (non sono richieste licenze CAL – Client-Access Licenses per la connessione. Una WS5220DN può dunque rappresentare un valido investimento se già si possiede una infrastruttura Microsoft AD, basata su versioni Windows Server 2008 R2, 2012 o 2016. In questo caso l’integrazione è totale e fluida, così come la sincronizzazione con i clienti Windows 10 (supporto esteso SMB 3.1.1).
Una simile soluzione, dunque, si distingue per caratteristiche analoghe a una qualsiasi piattaforma Windows Server e, pertanto, le problematiche di gestione e installazione possono dirsi simili. Ciò semplifica non poco la manutenzione e le attività di controllo da parte del personale aziendale già formato su ambienti Microsoft (policy utenti, gruppi e permission sono ereditati dal master domain controller e garantiscono una scalabilità anche oltre i 1.000 utenti).
Non di meno, Windows Storage Server 2016 manda in pensione un buon numero di limitazioni tipiche della precedente release 2012 e offre un supporto robusto per ambienti SMB, NFS e iSCSI, con funzionalità di Replica DFS e Shadow Copies.
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La piattaforma consente inoltre l’installazione di applicazioni e servizi di terze parti, in modo del tutto analogo a quanto accade su un server standard, il tutto attraverso la consolidata e conosciuta GUI Windows. Amministratori e gestori apprezzeranno la disponibilità di tutti i tool tipici dei sistemi Microsoft, inclusa la PowerShell, o la tecnologia per incrementare la sicurezza Just Enough Administration, o ancora il pieno supporto con Azure, per la gestione di backup offsite, la replica o il recovery.
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Non solo, Windows Storage Server 2016 offre un controllo end-to-end relativamente alla qualità del servizio (QoS), per monitorare completamente le performance dello storage e creare policy dirette per Hyper-V. In questo modo le prestazioni saranno automaticamente aggiustate in funzione del reale carico dello storage e in base all’assegnazione predeterminate a uno o più dischi virtuali.
La release 2016 (solo quella Standard) consente di superare anche i limiti in fase di deduplica dei dati; è possibile ore raggiungere una capacità sino a 64 TByte per volume (dimensione dei file fino a 1 TByte).