Se esiste un nome che per tutti gli utenti Apple è da sempre sinonimo di “virtuale”, quello è sicuramente Parallels; approfondiamo la conoscenza della release 14.
Se da un lato, infatti, l’esperienza d’uso dei Mac raramente è insoddisfacente, altrettanto importante è ricordare che in grande parte ci si interfaccia con utenti (e software) Windows.
Ecco che quindi Parallels Desktop mette a disposizione dei propri clienti quello che è indubbiamente il punto di riferimento per quanto riguarda le macchine virtuali in ambiente OS X, su cui fare girare sistemi operativi Windows (ma non solo). La cosa più sorprendente di Parallels non è, a mio avviso, il livello di prestazioni altissimo e neppure la compatibilità praticamente totale (oltre 200.000 applicazioni supportate in ambiente Windows), ma la straordinaria semplicità del software, al punto che si potrebbe facilmente cadere in errore e confondere macchina virtuale e computer reale.
Comprensibile, dunque, l’entusiasmo e l’orgoglio dimostrato da John Uppendahl, Vice President of Communications, e Angel Garcia, Territory Manager SEMEA. Nel tempo che ci hanno gentilmente dedicato, abbiamo avuto modo di testare con mano sia le varie funzioni di Parallels Desktop 14, che ci ha pienamente soddisfatto, ma non solo: Parallels Toolbox, offerto come software standalone, si presenta come una raccolta di utility davvero versatili, come quelle dedicate al download di video da Internet, che spesso richiedono diversi software, non integrati fra loro e realizzati in modo amatoriale. Paralles Access, invece, porta la connessione remota tramite smartphone a un livello finora sconosciuto, sfruttando appieno le caratteristiche dell’interfaccia touch sia di iOS che Android.
Come detto, le prestazioni di Paralles Desktop sono assolutamente eccellenti e, nella versione 14 da poco rilasciata, è stato anche fortemente ridotta l’occupazione di spazio su disco; Parallels già oggi supporta pienamente la prossima versione di OS X “Mojave”, ancora in beta, ad ulteriore riprova della qualità del lavoro degli sviluppatori. Ogni dettaglio di Parallels Desktop, ogni menu e opzione, testimonia la cura per i dettagli, che spesso fanno la differenza nell’uso di un software. Non stupisce, quindi, la percentuale “bulgara” di market share detenuta da Parallels: ben il 91%! Ai concorrenti, dunque, non rimane che dividersi le briciole…
Parlando di Parallels sul mercato, se le installazioni di Parallels Desktop hanno ormai superato quota 5 milioni, il mercato italiano si difende molto bene, anche grazie alla forte presenza di Mac in diversi distretti produttivi. Brand simbolo come Dolce&Gabbana o MaxMara hanno in Parallels un valido partner, e nel bel Paese si contano circa 200mila attivazioni. Numeri importanti, soprattutto se si considera che Parallels Desktop ha anche una vocazione consumer, e il mercato italico non è certo ai primi posti per penetrazione di sistemi informatici, e ancor meno per le macchine della “mela morsicata”, che scontano un prezzo di listino non alla portata di tutte le tasche.
Parallels Desktop, a livello licensing, si dota ora anche di una versione Business, che va ad aggiungersi alle consolidate Home e Professional. La novità di Business sta nell’acquisto in termini di licenze, svincolate quindi dalle macchine su cui gira. È quindi possibile semplicemente disattivare il software su una macchina, ed installarlo su un’altra; il tutto ovviamente supervisionato tramite una console di gestione che, nel corso della presentazione, si è rivelata davvero alla portata anche di utenti senza alcuna esperienza pregressa. Per facilitare i clienti con sedi in diverse zone del mondo, e quindi soggetti ai problemi tipici dei fusi orari, è possibile creare più utenti amministratore, permettendo quindi di gestire anche localmente le installazioni di una sede distaccata.
Se una azienda arriva a detenere il 91% del mercato di riferimento, non è mai un caso; è anzi un fatto talmente raro che non si possono non rimarcare i meriti dell’azienda americana, che nel corso della sua storia ha saputo crescere, accompagnando i suoi sempre più numerosi clienti, e di fatto agevolando non poco l’adozione di sistemi OS X da parte dei (molti) utenti dubbiosi sul non poter accedere a sistemi operativi Windows, comunque ancora in ampia maggioranza.