L’attività per connettere tutti i dati in possesso del Comune di Milano illustrata da Paolo Belluco, supervisione dei progetti di trasformazione digitale seguiti dall’assessorato Servizi Civici e Trasformazione Digitale.
Paolo, qual è stato il suo percorso professionale prima di approdare all’Assessorato?
Sono laureato in ingegneria informatica con indirizzo intelligenza artificiale e robotica, durante gli studi ho sempre lavorato svolgendo anche attività le più disparate come il tecnico-telemetrista per moto sportive.
Dopo la laurea sono rimasto in università nel laboratorio di robotica, poi sono passato al dipartimento di ingegneria meccanica e ho conseguito un dottorato di ricerca sull’interazione uomo-macchina che prevedeva l’utilizzo di segnali biometrici e applicazioni di realtà virtuale e realtà aumentata, anche in ambiti industriali.
In seguito, ho svolto un anno di post-doc e, con altri soci, ho dato vita a una startup che ho lasciato dopo quattro anni. La startup era basata sul mio progetto di dottorato e prevedeva la creazione di interfacce per dispositivi indossabili che utilizzavano segnali biometrici per interagire con l’utente in ambienti dinamici.
Dopo la fine del rapporto con la startup ho fatto il libero professionista sempre nell’ambito di sensoristica, IoT (Internet of Things) e wearable. Adesso mi occupo di progettare tutta la filiera di quello che oggi viene chiamato IoT: progettazione delle modalità di acquisizione dei dati dal field, che sia un field fisico o virtuale; ingestion dei dati; immagazzinamento dei dati, pulizia e pre-elaborazione; e poi l’elaborazione e la successiva visualizzazione.
Nel frattempo, mi si è presentata l’opportunità di lavorare come supervisore dei progetti riguardanti l’ICT in cui l’assessorato è coinvolto. Esercito questo lavoro come part-time e conservo la mia attività di libero professionista.
Il mio compito è quello di supervisionare e vagliare i progetti ICT che arrivano all’attenzione dell’assessore. Va tenuto conto che questo è un assessorato molto di servizio per cui l’ICT non è il fine, ma il mezzo e quindi spesso collaboriamo con altre direzioni o assessorati per portare un servizio dal cartaceo al digitale o dal mondo fisico a quello digitale e a quello virtuale.
Sono coinvolto in tutte le fasi di un progetto, da quella che potremmo chiamare di scrematura a quella di supervisione una volta avviati i progetti che sono sia interni, che coinvolgono l’amministrazione e il back-office per migliorare i processi e ottimizzare i servizi, che esterni vale a dire che impattano altri assessorati o esternamente nel vero senso della parola perché vanno a toccare la vita dei cittadini.
Il lavoro dell’assessorato è trasversale, i progetti che seguiamo occupano veramente tutte le direzioni.
Vista l’ampiezza del suo impegno, focalizziamoci sui progetti che la vedono maggiormente coinvolto.
Sicuramente il Fascicolo Digitale del Cittadino, un vero e proprio archivio digitale del cittadino.
Prima chi utilizzava i servizi online del Comune entrava nel portale e poi doveva navigare fino a trovare il servizio di suo interesse, adesso stiamo cambiando la modalità.
La persona quando entra nel portale del Comune si identifica in modo univoco e sicuro, e trova in un unico spazio i propri documenti, la propria anagrafica, i dati in possesso del Comune e tutti i servizi correlati.
Per esempio, se c’è la scadenza della Tari questa viene messa in evidenza, così come le tasse scolastiche o altri tributi.
Per il cittadino è il punto unico di accesso a tutti i servizi che lo riguardano, lo spazio dove trova tutti i suoi documenti a disposizione.
Si tratta di un progetto molto complesso perché per raccogliere i dati del cittadino abbiamo dovuto connettere molti dei diversi sistemi che erano separati anche all’interno del Comune.
Un esempio, i dati dell’anagrafica erano del tutto scollegati da quelli relativi al proprio autoveicolo che risiedevano presso la motorizzazione, o da quelli della ristorazione dei figli.
Quello che stiamo realizzando con il “progetto interoperabilità”, che è la base di tutti gli altri progetti, è la connessione e la correlazione di tutti i dati che il Comune ha del cittadino e delle imprese. I dati c’erano anche prima, ma mancava un unico punto che li contenesse tutti.
Per cui i dati erano disallineati, disomogenei e scollegati.
Il Fascicolo Digitale del Cittadino è il primo risultato di questo progetto che ha l’obiettivo di collegare tutto, di rendere tutto interoperabile, di creare il nostro data lake che contenga tutti i dati e che sia il bacino al quale tutti i sistemi possono far riferimento per reperirli.
Un altro progetto è quello dei pagamenti digitali.
Va considerato che il pagamento è l’atto finale di alcuni iter burocratici, quindi digitalizzare le pratiche, ma non farlo per i pagamenti avrebbe lasciato il sistema incompiuto.
Un grosso sforzo che stiamo facendo consiste nell’utilizzare PagoPA, il sistema di pagamento unico per le pubbliche amministrazioni, un sistema sicuro e certo di pagamento verso le Amministrazioni pubbliche.
PagoPA presenta alcuni indubbi vantaggi per il back-office dal punto di vista della riconciliazione e rendicontazione, il che per il Comune di Milano vuol dire un risparmio non indifferente di ore-uomo.
E per quanto riguarda i vantaggi per i cittadini?
I pagamenti digitali hanno due caratteristiche importanti. Uno è l’aspetto tecnologico, la creazione dell’infrastruttura, l’altro forse anche più importante è come viene presentato il pagamento.
Non si tratta solo di mettere in digitale il pagamento, che potrebbe essere una semplice evoluzione dell’home banking, ma è la modalità con cui il cittadino ha facilità di capire cosa sta pagando, con quale prestatore di servizio sta interagendo e il momento in cui deve pagare.
Un altro nostro obiettivo è quello di fornire al cittadino un servizio dotato di una modalità push che gli ricordi quali sono le scadenze e che gli consenta di pagare dallo smart-phone con modalità one-click – se ha la App del Comune che stiamo progettando -, come se fosse un carrello di un sito di e-commerce.
L’utente deve trovarsi già in un ambiente che conosce a livello di pagamento, deve essere facilitato a pagare.
Quindi se gli viene ricordato quanto e cosa deve pagare e nel momento in cui questo avviene ha la possibilità di farlo subito, magari dallo smart-phone, anche il rapporto con la pubblica amministrazione viene percepito come più efficiente, sa che la filiera della PA è robusta.
Inoltre, con PagoPa al momento del pagamento viene rilasciata una ricevuta che ha valore legale e che aiuta a superare le perplessità sui pagamenti digitali.
Noi siamo partiti dalla Tari, che è il tributo più grande che il comune incassa, proprio perché non volevamo fare una sperimentazione ma un progetto con un forte impegno nei pagamenti digitali.
E i risultati sono positivi. Da quando esiste, PagoPA ha registrato più di cinque milioni di transazioni a livello nazionale e Milano è il primo ente con oltre 600 mila transazioni, di cui più della metà tramite servizi di home banking e una forte quota di utenti che ha pagato direttamente dal fascicolo del cittadino senza passare dal proprio home banking.
Va infine sottolineato che noi vogliamo raggiungere tutti i cittadini, ovviamente alcuni, per i più disparati motivi, al digitale si avvicineranno poco per cui gli sportelli continueranno a funzionare, però noi non possiamo rivolgerci solo agli utenti già digitalizzati, per noi è importante non solo digitalizzare, ma anche educare all’utilizzo del digitale e renderne molto semplice l’uso.
Rendere fruibile a tutti il digitale è molto complesso.