Nell’affascinante cornice del Blue Note di Milano, Sophos ha riunito partner e stampa per fare il punto della situazione e delineare le politiche aziendali per il futuro.
Introdotta con la ormai proverbiale energia dal country manager Marco D’Elia, la serata si è rivelata interessante pur in assenza di novità di grido (ma non era certo questa la sede né lo scopo); con evidente e ampiamente condivisibile soddisfazione,D’Elia ha rivelato come il tasso di crescita sul mercato di Sophos sia infatti addirittura triplo rispetto alla media dei competitor, per un fatturato che solo in Italia è di circa 18 milioni di Euro.
Una crescita sicuramente importante, figlia di scelte aziendali fuori dagli schemi: un gruppo di lavoro piccolo ma molto preparato e battagliero, e una forte sinergia con i partner del canale, quasi in controtendenza con i trend del momento, ma che in realtà si sposa benissimo con la realtà produttiva italiana, fatta in larga parte di piccole e micro imprese che ben di rado hanno in organico personale IT dedicato, e che si appoggiano a terze parti per la gestione del parco hardware/software.
Marco D’Elia, country manager Sophos Italia
Sottolineo personalmente quanto sia importante crescere in modo così forte avendo come clienti il solo mercato business: sappiamo bene quanto duramente abbia colpito la crisi in Italia e quante aziende siano purtroppo scomparse, riducendo il bacino di potenziali clienti.
Ho avuto modo di parlare con Walter Narisoni, sales engineer manager di Sophos e ho immediatamente capito che dietro alle tecnologie con nomi di impatto mediatico ci sono solidissime basi e un grande lavoro, rivolto sia alla produzione di prodotti efficienti e performanti, ma anche con un occhio di riguardo alla modularità delle soluzioni offerte. Quale che sia il prodotto scelto, il cliente potrà anche aggiungere moduli hardware e software per innalzare il livello di protezione della propria azienda.
Questo approccio permette inoltre di entrare “in punta di piedi” in realtà già consolidate con altre soluzioni, fornendo ai partner anche un valido strumento per spingere i prodotti Sophos presso i propri clienti.
Un altro concetto che è emerso più volte durante la conversazione con Narisoni riguarda la “consapevolezza”.
Non possiamo negare l’evidenza che per molti (troppi) anni l’Italia abbia galleggiato appena sopra la soglia minima di competenze e investimenti per quanto riguarda l’informatizzazione aziendale, in maniera ancora più marcata presso le PMI. Non è infrequente osservare il malcelato fastidio che spesso accompagna un ordine o anche solo la richiesta di preventivo per soluzioni antivirus o firewall. Certamente, il paziente e altamente qualificato lavoro di aziende come Sophos e dei propri partner ha contribuito a una seppur lenta inversione di tendenza, unitamente alla forte risonanza mediatica che il fenomeno dei cryptovirus ha avuto. Giova ricordare che oggi il fenomeno dei virus informatici non ha certo il connotato quasi romantico dell’hacker solitario in uno scantinato, ma anzi è una attività criminale lucrativa e estremamente organizzata. Non a caso qualcuno ha anche coniato il termine di CAS: Crime-as-a-service!
Walter Narisoni mi ha molto positivamente influenzato parlando dell’approccio sinergico hardware/software di Sophos, una scelta davvero indovinata, in cui per ora gode di un innegabile vantaggio tecnologico. Ben conscia che la concorrenza non starà a guardare, l’azienda sta spingendo sull’acceleratore dello sviluppo delle proprie tecnologie integrate, con motori di machine learning che fanno indubbiamente impallidire le tradizionali tecniche antivirus di ricerca euristica; perché oggi, come mai prima, diventa davvero vitale avere una risposta 0-day agli attacchi informatici, visto il danno spesso incalcolabile che ne può derivare.
Se dovessi sintetizzare quanto ho raccolto, in termini di informazioni e sensazioni, direi che poche altre realtà possono vantare lo stesso elevato standard sia tecnologico che commerciale: avere un buon prodotto ma non saperlo vendere non è molto meglio che avere un prodotto mediocre; qui invece abbiamo un modello di sviluppo sicuramente interessante ed efficace.