Red Hat e Orange collaborano per promuovere la network transformation e virtualization; intervistiamo Bertrand Rault di Red Hat e Christian Gacon di Orange.
Risponde Bertrand Rault, Principal Partner Manager, Red Hat
– La nuova collaborazione con Orange, quali le scelte strategiche e i possibili vantaggi che hanno portato a una simile scelta?
Red Hat punta su una stretta collaborazione con i suoi clienti per diversi motivi. Innanzitutto, lavorare a stretto contatto con esperti di un determinato dominio – come Orange quando si parla di reti – ci consente di costruire soluzioni in grado di rispondere meglio alle loro richieste e aspettative. In questo scenario, il cliente partecipa a disegnare la tecnologia e a verificare il nostro approccio ancor prima che il nostro prodotto raggiunga il mercato, contribuendo a garantire che le soluzioni risultanti siano maggiormente in linea con le necessità del mercato.
Inoltre, essendo coinvolto nella fase di sviluppo ‘upstream’ a livello di community, il cliente – come Orange, in questo caso – può rafforzare le sue competenze su funzioni e caratteristiche specifiche, contribuendo a intensificare l’utilizzo di queste tecnologie quando si tratta di implementarle.
In particolare, i requisiti nel campo delle telecomunicazioni sono particolarmente impegnativi in tema di performance, affidabilità e sicurezza: per questo la possibilità di sviluppare relazioni collaborative profonde con le aziende che costruiscono di fatto le reti assume un valore ancora maggiore.
Un ulteriore vantaggio che deriva per Red Hat da questa stretta collaborazione è la possibilità di sottolineare il nostro ruolo di standard come tecnologia sottostante in questo mercato specifico.
– Sta per nascere una infrastruttura di rete agile e reattiva, cosa offrirà in più a provider e ai fornitori di servizi?
Disporre di un’infrastruttura agile e reattiva è un modo per contribuire ad affrontare non solo le sfide che abbiamo di fronte a noi oggi, ma anche quelle di domani, che non abbiamo ancora identificato.
Con Red Hat OpenStack Platform, puntiamo a fornire le basi per un’infrastruttura di rete che possa evolvere con facilità sfruttando nuove tecnologie man mano che emergono, senza necessità di essere rivoluzionata – al contrario, un’infrastruttura in grado di gestire modifiche incrementali frequenti, senza impatti negativi sull’operatività regolare. In questo modo, il rischio legato all’innovazione si riduce, in modo che partner e clienti possano adottare nuovi servizi con maggiore fiducia. Una base tecnologica in grado di supportare tale agilità e reattività può anche permettere di erogare servizi in modo più veloce, oltre che di dimensionarli con maggiore semplicità, consentendo ai service provider di rispondere con dinamismo alle richieste del mercato.
– Red Hat OpenStack Platform per implementazioni NGVi, quali i punti di forza della piattaforma?
Red Hat OpenStack Platform è una base production-ready su cui i communication service provider (CSP) possono creare, implementare, gestire e scalare cloud OpenStack, su cui poter poi virtualizzare le funzioni di rete.
Red Hat offre stabilità di lungo termine attraverso un ciclo vita del software di tipo enteprise, che comprende supporto a livello di produzione. Per questo motivo, i CSP possono avere il vantaggio di una innovazione rapida, tipica dell’open source, abbinata a una piattaforma stabile per le implementazioni in produzione.
Come ogni altra offerta Red Hat, la piattaforma è al 100% open source, dando ai clienti libertà di scelta, flessibilità e interoperabilità, nel momento in cui costruiscono le loro reti di nuova generazione.
– Con il vostro supporto Orange sta diventando un fornitore di “open communication”. Cosa significa?
Le strategie basate su Red Hat OpenStack Platform sono completamente open source. Questo aiuta a promuovere l’interoperabilità tra le tecnologie di vendor differenti, aiuta a evitare il vendor lock-in e offre ai CSP la capacità di mescolare liberamente tecnologie di loro scelta in fase di costruzione della propria rete.
Le piattaforme open aiutano anche l’innovazione a crescere – standard aperti significano che diversi fornitori software e hardware, system integrator e altri attori di mercato possono partecipare al complesso ecosistema delle reti, rendendolo un terreno fertile per servizi più ricchi, che possono portare una migliore customer experience.
Risponde Christian Gacon, VP Wireline Networks and Infrastructure, Orange
– Red Hat vanta un portfolio ricco e sfaccettato, perché avete scelto Red Hat OpenStack Platform?
Orange considera OpenStack una piattaforma agile, scalabile e in rapida maturazione, in grado di supportare il private cloud e l’implementazione della Network Function Virtualization. OpenStack porta con sé una ampia e variegata community open source, in grado di consentire rapide evoluzioni oltre che di rispondere a richieste specifiche in ambito Telco legate al NFV.
Orange ha scelto Red Hat tra i fornitori a supporto della nostra soluzione NFVI, sia per la sua capacità di supportare setup e operazioni in diversi Paesi in cui Orange è presente, che per la possibilità di sostenere evoluzioni future. Consideriamo anche la posizione di rilievo di Red Hat nella community open source di OpenStack e il suo focus strategico sul mercato telco come importanti valori aggiuntivi.
Con Red Hat condividiamo anche un’ambizione comune, quella di contribuire a livello ‘upstream’ a OpenStack, portando i requisiti NFV. È questo che ha portato Orange e Red Hat a collaborare, già dal 2016.
– Orange è il contributor principale del progetto OpenStack BGP VPN su implementazione BaGPipe, quali sono le vostre aspettative circa questa attività?
Orange contribuisce direttamente o indirettamente alle comunità open source nei casi in cui crediamo di avere del valore da offrire alla community. Vogliamo anche affrontare i punti deboli e contribuire a migliorare le soluzioni attualmente disponibili in ambito telco.
Il nostro contributo a OpenStack BGP VPN è un esempio di questo. Il progetto è sostanzialmente un’estensione del modulo di networking di OpenStack, Neutron. Tramite una API standard, punta a supportare in modo immediato e on-demand interconnessioni isolate (VPN) per workload NFV. Sfrutta la tecnologia di routing BGP, ampiamente utilizzate nelle reti delle telco.
– Con l’avvento delle Network functions virtualization infrastructure le reti dei prossimi anni saranno destinate a cambiare notevolmente, in che modo? Con quali benefici?
Orange ritiene che la virtualizzazione renderà possibile la separazione tra infrastruttura e VNF. Ci darà l’agilità e la flessibilità per poter gestire reti e VNF e per sviluppare future opportunità di business, con la possibilità di adattare in modo molto più dinamico le capacità, le funzioni e le location delle reti, e di personalizzare più facilmente i servizi.