Una nuova ricerca Symantec rivela che il numero di botnet cresce nel 2016 sino a toccare i 6.7 milioni, con l’Italia tra le nazioni europee più colpite.
Una recente ricerca targata Symantec rivela che nel 2016 i bot in rete sono stati 6.7 milioni. Complessivamente l’Europa rappresenta quasi un quinto del totale di bot presenti a livello mondiale (circa 18%). Nella classifica mondiale, spicca la Santa Sede (Città del Vaticano), che si classifica prima con la più alta densità di bot al mondo. Il primo posto in Europa va a Madrid, che registra la maggior presenza di bot di tutto il vecchio Continente. A causa dell’elevato numero di utenti internet, la Spagna registra un bot ogni 30 utenti della rete, cifra che colloca il Paese al 69° posto della classifica mondiale e al 40° di quella europea. A metà strada fra la Norvegia e il Polo Nord – nelle isole dell’arcipelago Svalbard – si trova il numero più basso di bot in Europa. Al Turkmenistan, infine, tocca la palma per il paese con il più basso tasso di infezioni per singolo utente internet: 754 utenti per bot.
La Russia ha ospitato il più vasto numero di bot di tutta l’Europa con il 13.6% di terminali infetti individuati nel Paese. Tuttavia, con la popolazione connessa ad internet più vasta d’Europa, la “densità di bot” della Russia è relativamente bassa. Con un bot ogni 41 utenti internet, la Russia si colloca al 31° posto in Europa e al 94° al mondo per “densità di bot”. Questo tasso di infezioni, relativamente basso, potrebbe parzialmente dipendere dall’influenza esercitata dai codici di condotta della comunità hacker russa.
L’Italia risulta il Paese europeo più colpito dopo la Russia. Nel Belpaese è prevedibile il posizionamento per Roma e Milano – rispettivamente prima e seconda per percentuale di bot. Le due città sono seguite da Ivrea, Torino e Cagliari.
Antonio Forzieri, Cyber Security Practice Lead, Symantec
Oltre 689 milioni di persone nel mondo – 10.2 milioni in Italia – sono state vittime di crimini in rete lo scorso anno, e i bot e le botnet sono ormai uno strumento chiave dell’intero arsenale dei cyber criminali. Qualsiasi dispositivo collegato alla rete può essere infettato da un bot. Non sono solo i computer che vanno ad arricchire le schiere degli eserciti di robot al servizio dei pirati informatici: nel 2016 abbiamo assistito a una crescita esponenziale nell’utilizzo da parte degli hacker di smartphone e terminali IoT (Internet of Things) per il consolidamento del proprio esercito di bot. Ci sono poi i server che con la loro maggiore capacità di ampiezza di banda offrono il fianco ad attacchi di tipo DDoS, molto più di quanto non facciano i tradizionali PC utilizzati da tutti noi.