Vittorio Bitteleri, Country Manager di Commvault Italia, chiarisce i paradigmi fondamentali dell’IT moderno, dal cloud ai sistemi software-as-a-service.
Ultimamente sento sempre più spesso la frase di Charles Darwin “Non è la specie più forte che sopravvive, e nemmeno la più intelligente, ma quella che più si adatta al cambiamento”.
Lo abbiamo visto accadere con l’infrastruttura IT, che si è evoluta diventando cloud e software-as-a-service, allontanandosi rapidamente dalla virtualizzazione on premise e dai sistemi fisici.
Però ci sono alcune cose che non cambiano mai. È il caso della crescita dei dati. In questa era digitale i dati crescono solo in una direzione, verso l’alto. Quello che però è cambiato è che i dati sono diventati un asset sempre più strategico per l’azienda. Quindi, se le aziende sanno che devono adattarsi ai cambiamenti, ma sono consapevoli che alcune cose non cambiano mai, devono essere agili.
Che cosa significa agile?
Ci sono molte interpretazioni, soprattutto associate all’evoluzione dello sviluppo software. Ma il termine agilità si è sempre più avvicinato alla sua definizione originale: essere in grado di muoversi facilmente e velocemente, e la capacità di pensare rapidamente. Inoltre è sempre più associata alla possibilità di fallire spesso e in poco tempo. Ed è questo uno dei principi che detta il successo delle aziende agili.
Il ruolo dei dati in un’impresa agile
I dati devono essere agili nell’era digitale – vivono ovunque e sono sempre disponibili a chiunque vi possa accedere. Ne risulta che i dati sono sempre più slegati rispetto all’infrastruttura che li ospita.
Tradizionalmente i dipartimenti IT si prendevano cura dei server: aveva senso, sono una risorsa fisica proprietaria, e il principale repository dei data asset critici di un’azienda, quindi andavano coccolati.
L’avvento della virtualizzazione e del cloud ha però modificato in modo significativo le dipendenze infrastrutturali. I server sono diventati virtual machine (or addirittura container) e quindi vengono più rapidamente sostituiti che riparati. Il data management (e la protezione) in questi nuovi ambienti è ancora molto importante, ma la conversazione si è spostata su un altro piano.
Conservazione, gestione delle copie, auditing e rischio – questi elementi non spariscono con la nuova architettura.
C’è la necessità di proteggere dati che risiedono in storage non tradizionali quali quello object storage nel cloud pubblico ed esigenze programmatiche di accedere ai dati e non di ripristinarli.
Ci sono anche i dati resi disponibili in architetture serverless o Software-as-a-Service dove l’infrastruttura non conta, il che rende sempre più difficile controllore e avere visibilità su silos di dati distribuiti.
In questo mondo agile, con app agili, su infrastrutture agili, è più importante che mai per le imprese conoscere i propri dati nel (multi)-cloud.
Sapere che i dati nel cloud sono agili significa potersi permettere di fallire, ma anche di poter recuperare velocemente. E’ questo è possibile adottando una piattaforma intelligente software defined altamente scalabile realizzata con una combinazione di tre fattori:
• Un indice dinamico distribuito – che consente all’azienda di sapere tutto suoi propri dati, in ogni luogo, a prescindere da infrastruttura o cloud;
• Un unico repository virtuale – che riunisca tutti i dati senza doverli spostare fisicamente e che consente di accedere a tutte le informazioni offrendo una capacità di search istantanea realmente federata;
• Uno strato di management e operation – che offra automation, orchestrazione e provisioning per gestire la crescita massiccia di volume e tipologie di dati in ambienti diversi.
Una piattaforma agile software-defined permette di affrontare le sfide associate ai workload moderni distribuiti che devono essere in grado di spostarsi tra i diversi cloud. Introduce inoltre nuove opportunità nella gestione dei dati in ambienti multi cloud ibridi offrendo reale portabilità e libertà dall’hardware vendor e dal cloud. Infine, un’unica piattaforma dati offre la possibilità di spostare i dati in modo facile e veloce; conoscere e capire meglio i dati, fallire spesso e velocemente, ma recuperare ancora più velocemente.
È questa la reale natura dell’agilità e permetterà alle aziende di continuare ad adattarsi ai cambiamenti, pur continuando a gestire quelle cose che non cambiano mai.