Teradata, l’80% delle imprese sta investendo in AI

Teradata, l'80% delle imprese sta investendo in AI

Teradata presenta i risultati di una nuova ricerca, che delinea i trend più in importanti in ambito di innovazione aziendale e la crescita significativa di investimenti in AI.

Secondo l’indagine targata Teradata e Vanson Bourne, l’80 per cento delle imprese sta investendo oggi in AI, ma almeno il 30% di alti dirigenti aziendali è convinto che la loro società avrà bisogno di investire di più per tenere il passo con i concorrenti. Nello stesso tempo, le imprese prevedono significative barriere all’adozione di soluzioni AI e stanno cercando di mettere a punto strategie per rispondere a questi problemi creando una nuova posizione dirigenziale, il Chief AI Officer (CAIO). L’indagine copre un campione di 260 grandi organizzazioni che operano a livello mondiale.

I settori in cui gli intervistati si aspettano che l’AI avrà l’impatto maggiore sono l’IT, la tecnologia e le telecomunicazioni (59%), i servizi aziendali e professionali (43%), mentre i servizi ai clienti e i servizi finanziari sono stati relegati al terzo posto (32%).

Le prime tre sfide che le aziende pensano possano essere affrontate positivamente dall’AI ​​con un conseguente incremento delle entrate sono: innovazione di prodotto / ricerca e sviluppo (50%), servizio clienti (46%), supply chain e operazioni (42%). Il che rispecchia alcune delle principali aree di investimento AI, e cioè la customer experience (62%), l’innovazione di prodotto (59%) e l’eccellenza operativa (55%).

Il 91% degli intervistati prevede ostacoli alla realizzazione dell’AI: al primo posto la mancanza di infrastrutture IT (40%) e di accesso ai talenti (34%), seguiti dalla mancanza di risorse economiche per l’implementazione (30%), da complicazioni in materia di politiche, regolamenti e diritti (28%) e dall’impatto sulle aspettative dei clienti (23%). Al contrario, solo il 19% si preoccupa della possibile debolezza dei business case per le tecnologie AI e solo il 20% è preoccupato per l’impatto dell’AI e dell’automazione sul morale dei dipendenti.

Le imprese prevedono una quasi uguale ripartizione tra gli incrementi dei ricavi (53%) e il risparmio/efficienza sui costi (47%) derivanti dai loro investimenti in AI. Solo il 28% degli intervistati afferma che la loro organizzazione ha personale interno sufficientemente preparato per l’AI. Il CIO (47%) e il CTO (43%) sono le figure aziendali coinvolte oggi, ma il 62% degli intervistati afferma di prevedere in futuro la creazione di un ruolo dedicato – CAIO (Chief AI Officer).

Atif Kureishy, ​​Vice President Emerging Practices, ThinkBig
C’è una tendenza importante che emerge evidente da questa indagine: oggi le imprese vedono l’AI come una priorità strategica che aiuterà a superare la concorrenza nei rispettivi mercati. Ma per sfruttare il pieno potenziale di questa tecnologia e ottenere il massimo ROI, queste aziende dovranno rivedere le loro strategie e assegnare all’AI un ruolo fondamentale in tutta l’organizzazione aziendale – dal data center alla consiglio di amministrazione.

Nadeem Gulzar, Head of Global Analytics, Danske Bank
La nostra azienda continua ad adottare soluzioni AI in tutti i settori in cui operiamo, e stiamo sperimentando che è davvero un efficace differenziatore che ci aiuta a creare opportunità di semplificazione delle operazioni e di aumento delle entrate. Trovare i migliori talenti è sempre una sfida nei settori tecnologici emergenti e avere sia opzioni basate sul servizio sia prodotti pronti sarà importante per colmare il divario mentre continuiamo a investire in questa tecnologia.