CommVault amplia l’offerta con un’architettura hyper-scale, allarga le partnership con l’arrivo di Cisco e rinnova la politica delle licenze.
Vittorio Bitteleri, da poco country manager Italy, è particolarmente soddisfatto dall’andamento di CommVault, sia per quanto riguarda il nostro paese che per la situazione sui mercati mondiali.
In Italia la società ha appena aperto una sede a Roma con l’obiettivo di irrobustire la presenza sul territorio e a livello mondiale si è rafforzata grazie alla partnership con Cisco che si affianca a quelle già attive con NetApp, Hitachi e Fujitsu.
A questo va aggiunta la novità nel licensing che non prevede solo licenze perpetue ma introduce il “pay as you grow”, modalità particolarmente apprezzata dai service provider.
Soprattutto è il vento del mercato a sostenere CommVault. L’introduzione del GDPR (General Data Protection Regulation della Commissione Europea), che diventerà obbligatorio dal maggio del prossimo anno, sta spingendo le aziende a un ripensamento complessivo del data management. La gestione delle informazioni, la data privacy, la sicurezza vanno riviste rispetto a quanto fatto fino a ieri. La prevenzione va messa in primo piano.
Attualmente le aziende, in tutte le fasce di mercato, sono in forte ritardo nell’implementazione delle specifiche del GDPR e sicuramente non ci saranno proroghe dopo il maggio del 2018, probabilmente ci sarà una fase di tolleranza nella quale i controlli non saranno immediati.
Vittorio Bitteleri
Il GDPR ha una deadline precisa ma sarà solo l’inizio di un’attività costante di attenzione alla gestione dei dati in quanto l’introduzione di ogni nuovo processo dovrà tenere conto del GDPR.
In questo contesto riveste una particolare importanza il ruolo dei service provider che sono allo stesso tempo clienti di CommVault, partner per la gestione tecnica e un canale verso altri clienti.
Vincenzo Costantino, technical services director South EMEA
Commvault per il settimo anno consecutivo è la soluzione di riferimento per la data protection secondo Gartner, e secondo Forrester è leader nel data resiliency solutions.
Una posizione di preminenza che nasce anche dalla storia della società, che per crescere non ha mai fatto ricorso ad acquisizioni, di conseguenza non ha mai dovuto integrare tecnologie differenti e ha il pieno controllo del software alla base dei propri prodotti.
Uno dei punti di forza di CommVault sta nell’andare oltre il backup e nell’avere la capacità di guardare nei dati, indicizzarli, aggregarli, valutare quelli su cui fare il backup. E ciò indipendentemente dal tipo di supporto.
Vincenzo Costantino
Nel GDPR il diritto all’oblio è una delle tematiche più difficili da indirizzare. Quando si lascia un’azienda si può chiedere di avere i propri dati in un formato leggibile e anche che l’azienda cancelli i dati dai database. CommVault riesce a risolvere il problema grazie alla capacità di indicizzazione.
CommVault inoltre supporta 46 cloud provider diversi, il che permette al cliente di avere una exit strategy definita e di poter spostare i dati quando vuole.
Per quanto riguarda la sicurezza, nel caso di un attacco ransomware l’allerta avviene a tempo zero, il che, oltre a essere un requisito del GDPR, costituisce un indubbio vantaggio di business.
In caso di attacco si attivano in automatico una serie di procedure che prevedono: l’eliminazione dalla rete del punto di infezione, la riconfigurazione della rete e il restore del punto di infezione, il tutto senza disservizi.
CommVault, infine, ha annunciato la disponibilità di un’architettura hyperscale.