Cognitive computing, intervista all’AD Mauden Roberta Viglione

 

– Passiamo da Bou-Tek a Get in Touch.
Alla base di Get in Touch ci sono due cose:
Get, che è l’evoluzione della piattaforma di regia di Bou-Tek e che consente di gestire da un unico punto tutti i contenuti presenti su vari dispositivi.
Il sistema è stato sviluppato in modo bidirezionale per cui è in grado di raccogliere dati dagli utenti e dai clienti, dati di diversa natura e da diverse fonti, come il comportamento sul web, l’interazione con uno schermo multitouch o con un totem. Raccoglie i dati, li analizza, li interpreta e poi è in grado di reagire in maniera predittiva. La prima cosa che abbiamo fatto è stato applicarlo ai nostri servizi tradizionali cercando di ottenere un sistema che aiutasse le persone che lavorano nelle nostre control room, nei punti di monitoraggio, nei presidi ad anticipare alcuni dei problemi, quelli più comuni, quelli ripetitivi, ricorrenti.
Nel frattempo avevamo acquisito una quota di partecipazione rilevante in una start-up che disponeva di un sistema di digital signage evoluto e interattivo.
Dall’unione tra Get e questo sistema di digital signage è nato Get in Touch. 

Cognitive computing, intervista all’AD Mauden Roberta Viglione

Get in Touch è un content presenter, come noi preferiamo chiamare il digital signage, che utilizza il cognitive computing oltre all’Intelligenza Aumentata ed è in grado, riconoscendo chi interagisce con il sistema, di indirizzarlo a contenuti specifici.
Si cerca di indirizzare e ridurre i campi di ricerca sulla base del gusto e delle preferenze del singolo.
Però parte dal presupposto che il singolo abbia interesse ad ampliare la propria conoscenza guardando a un mondo che è sempre più aperto, ecco che quando arriva il momento della scelta è utile uno strumento che aiuta a selezionare in modo più veloce all’interno delle proprie preferenze.

– È un prodotto che si rivolge ai retailer?
Non è un prodotto, è una soluzione che deve essere adattata e personalizzata sulla base delle esigenze dei clienti.
Si rivolge a chiunque abbia la necessità di interagire con un cliente finale, che potrebbe essere anche un dipendente per capirne i livelli di competenze e di aggiornamento.

– Quali sono i settori potenzialmente più reattivi?
Sicuramente l’alimentare di alta gamma e il fashion e anche, per esempio, le librerie per le promozioni.
In generale chi ha un’ampia gamma di prodotti può trarre maggior vantaggio per capire dove vanno le preferenze e quindi avere il controllo della produzione indirizzandola agli ambiti che sembrano avere il maggior gradimento.

Cognitive computing, intervista all’AD Mauden Roberta Viglione

– Mettete a disposizione dei clienti una raccolta di dati che si può utilizzare a prescindere dall’immediata fase di vendita. Quali vantaggi offre?
Il primo beneficio è la raccolta di informazioni che poi possono essere utilizzate per campagne di marketing per indirizzare gli acquisti e anche per orientare la produzione. Grazie alla raccolta dei dati ci si accorge che la preferenza va in direzioni specifiche e di conseguenza è possibile calibrare la produzione.
È un sistema che permette di capire la richiesta del mercato e di reagire in tempi rapidi.