Avanade presenta i risultati di una nuova ricerca, che svela l’importante contributo che l’“automazione intelligente” darà alla produttività nell’era digitale.
La ricerca Automazione Intelligente targata Avanade ha coinvolto centinaia di dirigenti aziendali e migliaia di consumatori in diversi paesi del mondo per investigare le reazioni di decision maker da un lato, e clienti dall’altro, di fronte ai grandi cambiamenti che le nuove tecnologie stanno portando nella produzione e nel mondo del lavoro.
In generale, la maggioranza dei leader di mercato è ottimista sul valore della augmented workforce che deriva dall’automazione intelligente. Inoltre, l’adozione dell’automazione intelligente viene vista come il fattore chiave per aumentare la produttività e rimanere competitivi in un mondo AI-first. Permangono però alcuni dubbi circa la potenziale perdita di posti di lavoro tra i consumatori.
Ecco i principali risultati della ricerca:
- L’automazione intelligente corre: è infatti già in uso nel 31% delle aziende considerate ed è previsto che il numero raddoppi entro il 2020.
- Una via per il successo: l’86% dei leader aziendali intervistati crede che l’introduzione dell’automazione intelligente sia un requisito per essere leader nel proprio settore. I benefici primari che deriveranno dall’utilizzo dell’automazione intelligente saranno la produttività (50% degli intervistati) e la velocità del time-to-market (45%).
- La comprensione tecnologica è cruciale: per il 60% dei leader aziendali intervistati comprendere le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, e sapere come utilizzare la forza lavoro “aumentata”, saranno conoscenze fondamentali nell’arco di 5 anni, a discapito di funzioni specializzate tradizionali, come vendite e marketing.
- Un supporto per l’innovazione: il 43% dei leader aziendali intervistati crede che l’adozione dell’automazione intelligente renderà disponibili risorse per le attività più complesse e per l’innovazione, opinione condivisa anche dai consumatori.
- Persistono resistenze e timori: il 60% dei consumatori intervistati ha affermato che l’automazione intelligente probabilmente diminuirà i posti di lavoro. Il 79% dei leader intervistati riconosce la presenza di resistenze al cambiamento interne, che possono mettere a rischio l’implementazione delle tecnologie di AI nelle rispettive aziende.
Avanade raccomanda alle imprese di adottare una roadmap che non solo offra una visione di alto livello in termini di produttività aziendale, ma che aiuti anche ad impostare una discussione interna che coinvolga tutta la forza lavoro sugli impatti delle tecnologie di automazione intelligente.
La survey online di Avanade è stata condotta a maggio-giugno 2017 da Wakefield Research. La ricerca ha preso in considerazione 800 tra dirigenti e IT Decision Makers in diversi paesi del mondo. Inoltre, ha coinvolto 3.000 consumatori in Germania, Stati Uniti e Regno Unito.
Ai fini della ricerca, “automazione intelligente” è stata definita come una forma di intelligenza artificiale che imita le modalità di apprendimento, il processo decisionale e le azioni umane, attraverso tecniche di analitica avanzata e servizi cognitivi. Esempi sono i chat bot, il riconoscimento di oggetti e della voce e l’elaborazione del linguaggio naturale.
Adam Warby, CEO, Avanade
I leader riconoscono il potenziale dell’automazione intelligente nel migliorare la produttività, ottenendo maggior valore dai dati e liberando gli impiegati da lavori banali e ripetitivi, consentendo loro di focalizzarsi su attività che richiedono l’intervento umano e/o aggiungono valore, come l’innovazione. Nonostante i passi avanti fatti nel superare la contrapposizione tra uomo e macchina, i lavoratori devono ancora convincersi. Per restare rilevanti, le aziende hanno bisogno di una visione per la nuova realtà AI-first e devono educare le proprie persone a riconoscere il potenziale dell’automazione intelligente per il raggiungimento di capacità personali e professionali senza precedenti.