Microsoft e Seaside presentano soluzioni che, grazie alla gestione e all’analisi di grandi quantità di dati, consentono di ottimizzare i costi energetici.
Le aziende di successo fanno un utilizzo dei dati che è 40 volte quello della media delle imprese, afferma Fabio Moioli direttore servizi Microsoft Italia. Una delle conseguenze è l’evoluzione delle aziende che passano dall’offerta di prodotti a quella di servizi.
La trasformazione investe anche il settore dell’energia dove accanto a prodotti e servizi si affermano le piattaforme di condivisione.
Tuttavia, avverte Federico Frattini, professore del Politecnico di Milano, le aziende del mondo dell’energia non sono pienamente consapevoli degli effetti della trasformazione digitale.
Nuovi modelli di business si fanno avanti, basati su soluzioni di energy intelligence e con applicazioni quali gli energy management system (EMS) e gli energy intelligence system (EIS).
Per le aziende utenti i tempi di pay back e di ritorno dell’investimento sono inferiori ai sei mesi ma non va tralasciato come siano necessari investimenti consistenti.
Seaside, una energy service company, ha sviluppato SaveMixer, un sistema di predictive energy analytics che permette l’identificazione delle inefficienze ed è basato su prodotti Microsoft quali la suite Cortana e Azure, prodotti completamente in cloud sia SaaS (Software as a Service) che PaaS (Platform as a Service).
Il Predictive energy analytics, come sottolinea Paolo Benfenati, amministratore delegato di Seaside, è una soluzione molto diversa dal monitoraggio dal momento che prevede la creazione del modello energetico con tecniche di machine learning.
SaveMixer, oltre a mettere in condizione le aziende di monitorare l’andamento dei consumi, permette di individuare le azioni di efficientamento, così da raggiungere il consumo ottimale e senza sprechi, in riferimento agli obiettivi industriali e al modello di business dell’impresa.
Notevoli le potenzialità in quanto, secondo le analisi condotte dalla stessa Seaside sulle diagnosi energetiche effettuate nel 2015 presso 250 aziende, emerge che, in media, nelle imprese con consumi energetici di circa due milioni di euro, è possibile ottenere una riduzione del 20% della quantità di energia utilizzata a produzione ferma attraverso l’impiego di soluzioni in grado di correggere e limitare tali inefficienze.