Una nuova indagine commissionata da Citrix mette in luce le attitudini dei responsabili delle Risorse Umane (HR) aziendali verso il lavoro agile e da remoto.
Le trasformazioni tecnologiche del business nell’era digitale stanno portando alla diffusione di modalità di lavoro innovative come lo Smart Working. Una nuova ricerca commissionata da Citrix e sviluppata da Ales Market Research ha intervistato oltre 300 responsabili HR, per capire come lo Smart Working venga percepito da chi si occupa direttamente della gestione dei dipendenti nel contesto aziendale.
Ecco i risultati principali della ricerca:
- Le aziende sono spesso favorevoli allo Smart Working: il 44% delle aziende considerate sostiene lo Smart Working nel complesso, e il 64% incoraggia attivamente il lavoro da remoto. Il 72% afferma che le esigenze dei dipendenti in merito al lavoro svolto in modalità remota sono ben presenti al reparto HR.
- Lo Smart Working è sempre più oggetto di policy dedicate: il 61% delle aziende considerate ha una policy ben definita per regolare il lavoro “smart” (il 70% per le aziende con oltre 200 dipendenti), mentre il 66% dichiara che la policy per lo Smart Working è parte dei piani futuri dell’azienda.
- Il BYOD si sta diffondendo: il 60% adotta già policy di Bring Your Own Device, che consentono ai dipendenti di usare i propri dispositivi per lavoro.
- Lo Smart Working offre tanti vantaggi: l’84% dei responsabili intervistati afferma che il lavoro “smart” offre maggiore flessibilità all’organizzazione; per l’81% rende un posto di lavoro più appetibile e i dipendenti più produttivi; per il 68% i dipendenti “sempre connessi” rappresentano un fattore positivo.
- Lo Smart Working è il futuro: il 57% degli intervistati prevede che la tradizionale postazione di lavoro sarà sostituita da un workplace virtuale nel prossimo futuro; per il 63% il lavoro “smart” viene offerto soprattutto alle generazioni più giovani.
- Lo Smart Working presenta però anche alcuni svantaggi: il 52% degli intervistati considera il lavoro “smart” un pericolo concreto per la dimensione sociale dell’azienda, e il 57% teme che la mancanza di controllo possa influire negativamente sulla performance.
- I costi, la cultura aziendale e le tecnologie necessarie preoccupano: il 64% del campione considera lo lo Smart Working troppo costoso; il 59% pensa che non sia una priorità per l’alta dirigenza; il 57% teme la mancanza di regole definite e responsabilità chiare, mentre per il 56% il problema è soprattutto a livello di cultura aziendale; il 55% non si sente pronto dal punto di vista tecnologico e il 48% è preoccupato per la sicurezza.
Benjamin Jolivet, Country Manager, Citrix Italia, South Eastern Europe e Israele
Anche in Italia sono sempre di più le aziende che percepiscono lo Smart Working come un driver per il successo del loro business. Come recentemente rilevato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, con il quale collaboriamo da anni, lo smart working interessa oggi oltre 250.000 lavoratori, ma potenzialmente abbraccia un bacino di oltre 5 milioni. Se pensiamo a un target come quello dei Millennials, infatti, il classico modo di lavorare di fronte a una scrivania e con orari definiti non esiste praticamente più e, proprio per questo, lo smart working è uno strumento vincente per restare competitivi anche nell’attrarre i migliori talenti.
Naturalmente, la strada per lo Smart Working non è tutta in discesa. Ma anche in Italia la cultura del lavoro sta cambiando e sono sempre di più le aziende che pensano allo spazio di lavoro non più come a un luogo fisico, ma come a uno spazio virtuale sempre disponibile che permetta l’accesso alle app e ai dati in qualsiasi luogo e da qualsiasi dispositivo.