Huawei ha delineato al convegno dell’Osservatorio IoT del PoliMI la sua strategia di sviluppo in ambito IoT e 5G, con un focus sugli interventi in Italia.
All’evento targato PoliMI, Huawei ha discusso con altri player del mercato le principali novità tecnologiche e i trend in ambito IoT, nonchè lestrategie di valorizzazione dei dati e la loro trasformazione in opportunità di business.
Il mercato della trasformazione digitale dovrebbe raggiungere un valore di 15.000 miliardi di dollari entro il 2025, quando saranno 100 miliardi le connessioni in tutto il mondo. Per abbracciare appieno tale rivoluzione è fondamentale soddisfare tre requisiti chiave che supportino l’avvento del 5G su scala globale: incrementare la connettività in maniera capillare, collaborare nella digitalizzazione dei business verticali, e ridefinire le capacità di rete attraverso un’architettura software-defined che consenta operazioni agili in grado di migliorare l’esperienza utente.
Secondo l’Osservatorio IoT del PoliMI, i dati disponibili per il 2016 indicano una crescente maturità dell’IoT in Italia. Tuttavia, alcuni settori (per esempio, l’ambito Smart City) permangono in una fase di sviluppo preliminare.
Il convegno “Internet of Things: oltre gli oggetti, verso i servizi” si è tenuto il 21 aprile 2017 all’Università degli Studi di Milano‐Bicocca. L’evento era finalizzato alla presentazione dei risultati della Ricerca 2016-17 dell’Osservatorio Internet of Things (IoT) del Politecnico di Milano (PoliMI).
Roberto Missana, Senior Channel & Global Alliances Sales Manager, Huawei Italia
Nel corso degli ultimi anni Huawei ha costantemente investito nella ricerca 5G ed entro il 2018 i nostri investimenti in questo settore ammonteranno a circa 600 milioni di dollari a livello globale. Siamo impegnati a realizzare un ecosistema aperto e a rafforzare la collaborazione intersettoriale per individuare le future esigenze del mercato, gli scenari di applicazione e gli standard tecnologici. Huawei sostiene la necessità dell’adozione di standard 5G condivisi, dell’accesso a un ampio spettro di frequenze, una velocità massima di 10 Gbit/s, 100 miliardi di connessioni e la latenza di 1 millisecondo. L’IoT supportato dal 5G porterà a un cambiamento importante delle nostre abitudini e sono necessarie politiche e strategie di lungo termine per realizzare la quarta rivoluzione industriale resa possibile dal 5G. Huawei – ha proseguito Missana – ha avviato la ricerca in questo ambito già dal 2009; in Italia a Segrate è attivo il nostro Centro Globale di Ricerca e Sviluppo focalizzato sulle tecnologie wireless e 5G.
Huawei ha identificato l’opportunità del mercato IoT nel 2014 e da allora ha contribuito alla definizione del primo standard specifico per IoT – Narrow-Band IoT (NB-IoT) – che è stato finalizzato nel 2016 dall’ente 3GPP. In parallelo abbiamo lanciato diverse iniziative per creare un ecosistema delle cose, alcune di queste azioni hanno coinvolto direttamente l’Italia. Lo scorso novembre Huawei ha supportato TIM nel lancio del suo NB-IoT Open Lab di Torino, dove il 4 aprile, in occasione del “5G Day” di TIM, Huawei ha presentato una live demo della tecnologia 5G mmWave a 70GHz. Inoltre Olivetti e SMAT, Società Metropolitana Acque Torino, la scorsa settimana hanno siglato un accordo che prevede l’utilizzo in campo della prima rete cellulare NB-IoT in Italia realizzata con la collaborazione di Huawei per la connessione dei contatori dell’acqua difficili da raggiungere con le tecnologie radio mobili oggi disponibili. Infine nel 2016 Huawei ha inaugurato a Pula (CA) un Joint Innovation Center realizzato con il CRS4 della Regione Sardegna, dedicato a progetti di ricerca sulle Smart e Safe City.