La configurazione di prova ci ha permesso di spingere al massimo questa soluzione per le PMI, un pacchetto che, abbinato allo switch 10 GbE, consente di raggiungere velocità notevolmente superiori rispetto a una tradizionale rete a 1 Gbit.
Il modello in prova è distribuito completamente popolato, con quattro drive da 2 TByte ciascuno, unità Seagate ST2000VN000 (nel nostro caso con firmware 1HJ1).
La TeraStation TS5410DN è stata invece aggiornata con il più recente firmware disponibile, release 3.03.
Il primo confronto, utile per comprendere la fondamentale differenza di performance tra rete a 1 Gbps e 10 Gbps si è svolto realizzando un tipico Array RAID 5 senza spare e interfacciandosi prima con l’adattatore 10 GbE, poi con una delle due LAN Gbit.
In fase di lettura e scrittura, lavorando a 10 GbE è possibile raggiungere velocità di 298 MB/s e 367 MB/s, rispettivamente 2,5 volte e 3,3 volte rispetto al trasferimento Gbit (i dettagli nel grafico).
Un secondo confronto che potrà interessare le aziende e i professionisti riguarda invece il decadimento di prestazioni abilitando la crittografia hardware sui singoli drive, procedura che deve essere fatta nelle fasi preliminari di installazione. L’applicazione deve essere abilitata disco per disco, manualmente, dato che non esistono automatismi specifici. Sarà poi possibile creare l’array RAID preferito (0, 1, 5, 6 o 10).
Lavorando dunque a 10 GbE su RAID 5 e crittografia, si registrano velocità di 288 MB/s in lettura e 356 MB/s in scrittura, con un calo generalizzato ti pochi punti percentuali (3% – 6%). La riduzione più significativa si avverte quando si processano file e archivi con blocchi 4K; in questo caso la riduzione di performance è netta: -48% in lettura e -19% in scrittura.
Un’altra ipotesi di confronto che spesso è tema di argomentazione tra tecnici e dipartimenti IT è l’andamento delle performance tra sistemi RAID 5 e i più sicuri RAID 6 (quest’ultimo prevede un sezionamento a livello di blocco con doppia parità distribuita). Proprio per questo abbiamo ripetuto i test in queste condizioni, rilevando un deciso calo in fase di accesso al NAS. La velocità in scrittura passa infatti da 367,7 MB/s a 246,6 MB/s (-33%). In fase di lettura le prestazioni non cambiano in modo significativo nei contesti più comuni, salvo durante gli accessi 4K e 4K Queue Depth 32 (-31% e -18%).
Come ultimo confronto abbiamo voluto paragonare il diffuso RAID 5, con il più prestante RAID 0. In queste condizioni, a fronte di velocità di lettura in leggera flessione, l’adozione intelligente della cache disco e del NAS ha permesso di innalzare le performance in scrittura lineare sino a 513 MB/s (+40%) e 491,8 MB/s in scrittura random (+112%). Valore mantenuti ad alto livello anche scrivendo in modalità a blocchi estesi 4K.
Per superare questi limiti, almeno in parte imposti dai drive meccanici, abbiamo scelto di integrare due unità SSD OCZ Trion da 250 GByte, sempre in modalità RAID 0. Abbiamo riscontrato velocità generali simili all’impostazione con i quattro drive Seagate presenti di serie. Migliorano invece le performance soprattutto in fase di scrittura 4K QD32 con un incremento di oltre 2,6 volte, bene anche l’accesso in lettura a blocchi in modalità 4K, con un +20%, e la copia diretta tramite script utilizzando file medio/piccoli (+43%). Questo ulteriore balzo in avanti è certamente dovuto alla maggior velocità delle unità Solid State, decisamente meno sensibili nella gestione di file piccoli e all’architettura a blocchi del file system.