SMAU 2016, intervistiamo Stefano Sordi e Gabriele Sposato di Aruba

– Che aspettative di crescita avete in Italia? Quali novità nella strategia per il prossimo anno?
Stefano Sordi ci illustra il posizionamento dell’azienda e ci fornisce un po’ di numeri aggiornati: sono stati raggiunti i 5 milioni di clienti dei quali, il 90% circa sono italiani, per un totale di 1,3 milioni di siti ospitati, 2,2 milioni di domini, 7,5 milioni di caselle Email e 4 milioni di PEC. Per gestire un quantitativo così elevato di servizi, garantendo un’alta qualità, è necessario adottare piattaforme e sistemi altamente affidabili. In questo senso, Sordi precisa che sino ad oggi hanno registrato un uptime del 100%, grazie a datacenter rating 4 (non solo tier 4).

Precisiamo che: la normativa ANSI/TIA 942-A-2014 valuta la resilienza di un data center, ossia la sua capacità di garantire la continuità dei servizi erogati.
Il data center IT1 di Aruba è stato certificato al massimo livello (TIER IV/RATING 4) tra quelli previsti dalla normativa. Tale risultato, che indica la capacità di evitare interruzioni dei servizi anche in presenza di guasti gravi (fault-tolerance), è stato ottenuto grazie ad una serie di accorgimenti progettuali e realizzativi che hanno interessato tutti gli aspetti del data center: scelta del sito, aspetti architettonici, sicurezza fisica, sistemi antincendio, impianto elettrico, impianto meccanico e reti dati.

SMAU 2016, intervistiamo Stefano Sordi e Gabriele Sposato di Aruba

Stefano Sordi, Direttore Marketing di Aruba S.p.A. (a sinistra), e Gabriele Sposato, Direttore Marketing di Aruba Business (a destra).

In termini di strategia globale, Aruba vanta un punto di osservazione privilegiato e può analizzare l’andamento di mercato, comportandosi di conseguenza. Come sottolinea Sordi, il cloud privato sta generando una vera e propria tendenza all’interno di questo segmento di mercato mentre, di fatto, le categorie che riguardano cloud pubblico e privato stanno convergendo.
Secondo il manager, le richieste per architettura ibride sono raddoppiate anno su anno, con uno share del 70%. Aruba catalizza l’attenzione delle aziende per differenti motivi, a partire dall’ampio portfolio, che include soluzioni bare metal, di hosting e sino alla co-location. La componente consulenziale è molto forte, gli esperti del Gruppo si occupano infatti di supportare i decision maker delle aziende durante il processo di scelta dei servizi cloud. Ad oggi, sempre più realtà medio/grandi stanno scegliendo di passare al cloud, anche se circa il 33% delle imprese preferisce mantenere in-house una infrastruttura fisica.

Per crescere ulteriormente in un mercato che traccia scenari sempre più complessi (vedi cyber-security, Brexit…), Aruba ha scelto da tempo di diventare uno dei portavoce della comunità cloud. La società è tra le cinque aziende fondatrici dell’associazione paneuropea CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe), l’unica italiana.
L’obiettivo del CISPE è quello di definire i codici di condotta e di dare voce ai provider di infrastrutture cloud a livello europeo.

Oltre a questo, a livello di infrastruttura, Aruba è sempre più presente in Europa e in Italia. Nel nostro Paese è prevista l’apertura di un terzo data center su Milano, un passaggio obbligato per lo sviluppo del business e per rispondere alle esigenze della clientela (realtà medio/grandi) che richiede architetture veloci per il cloud ibrido.