Andrea Marchi, Fondatore e Amministratore di Cynny Space, mette a fuoco le capacità del cloud object storage come strumento sicuro per proteggere i dati aziendali.
I dati vengono spesso chiamati “il nuovo petrolio” per il ruolo che svolgono oggi nelle aziende: si tratta di beni che necessitano di protezione e possono includere informazioni sui clienti, mailing list, contratti, fatture, faldoni amministrativi, cartelle di backup e non solo, a seconda del proprio core business. L’avanzare della tecnologia, dei big data, dell’Internet of Things e dell’Industry 4.0 offre un potenziale elevatissimo alle aziende che vogliono sviluppare il proprio business, ma al contempo mette di fronte all’evidenza che la dimensione dei dati elettronici sta crescendo esponenzialmente.
Per capire ciò di cui stiamo parlando basta considerare le previsioni di International Data Corporation relative alla crescita dei dati in tutto il mondo: nel periodo 2010-2020 la quantità di dati digitali è destinata ad aumentare da quaranta a cinquanta volte, fino a raggiungere l’impressionante valore di circa 40 zettabyte, ossia 40 mila miliardi di gigabyte.
Nel corso degli ultimi anni si è dato il via ad una vera e propria rivoluzione in cui le aziende hanno dovuto non solo proteggere tali dati ma dotarsi di strumenti sofisticati per la loro raccolta ed analisi, dai sistemi di business intelligence alle piattaforme cloud. Non è un caso, quindi, che oggi siano diventati un bene ad alto rischio, da difendere contro cyber attacchi ed anche da assicurare.
Ogni azienda dovrebbe però rendersi conto che i dati vanno archiviati e messi in sicurezza prima ancora di essere analizzati; motivo per cui diventa essenziale storare file direttamente in infrastrutture Cloud. Il cloud object storage non è certamente nato oggi ma, mai quanto in questo preciso momento storico, bisogna riconoscere l’utilità pratica dell’archiviazione ad oggetti per un’azienda in crescita.
Il cloud object storage modernizza la gestione dei dati perché è una tecnologia che affronta alcuni dei principali problemi legati alla memorizzazione e alla gestione delle informazioni, offrendo diversi vantaggi.
Se dovessimo porre la nostra attenzione sui tre principali, potremmo vagliare:
– Scalabilità, in quanto si tratta di una tecnologia che organizza i file in oggetti e non gestisce lo spazio fisico, rendendo la crescita molto più lineare, progettando l’archiviazione di miliardi di file, in misura superiore a quanto non possano fare i file system a blocchi.
– Immutabilità, in quanto i dati vengono memorizzati in modo invariabile, garantendo le informazioni nel tempo, a fronte di copie, aggiornamenti o nuove versioni.
– Gestione degli accessi, grazie alla quale si dispone di regole per accessi, controlli di conservazione, proprietà, identificazione delle app o degli utenti che hanno creato l’informazione, consentendo una governance molto solida.
Fino a qualche tempo fa le aziende erano restie ad esternalizzare i propri dati. Oggi non è più così perché i provider in cloud propongono servizi facilmente accessibili e all’altezza delle necessità dei propri clienti, resta necessario dare fiducia al giusto player e per farlo serve tenere a mente alcuni parametri essenziali:
– Affidarsi ad un provider 100% europeo in un mercato dominato da società americane. Questo è importante per la salvaguardia dei propri dati, che in tal modo seguono le direttive europee sulla privacy e non richiedono protocolli di trasferimento dati specifici come l’ormai illegale “Safe Harbor”.
– Affidarsi ad un Player che gestisca nel modo più efficiente i dati in cloud, facendo uso delle nuove tecnologie nel modo più adeguato.
– Affidarsi ad un servizio Pay-as-you-go senza soglie e senza costi nascosti, diffidando di quanti non sono trasparenti in tal senso.
Un cloud object storage che risponda a tali necessità rappresenta la soluzione ideale per chiunque necessiti di storare grandi quantitativi di dati, soprattutto per integrarli in altri servizi.
Secondo una recente indagine IDC la spesa totale in prodotti destinati alle infrastrutture in ambienti cloud continuerà a crescere del 18.9% nel 2016, raggiungendo i 38.2 miliardi di dollari. Lo spazio di archiviazione sarà la seconda voce per tasso di crescita con un +12.4%, valore che spiega precisamente il ruolo di primaria importanza che ricopre nel mondo tecnologizzato in cui viviamo.
Si prevede che il mercato del cloud storage in Europa cresca di tre volte nei prossimi tre anni, con un tasso di crescita doppio rispetto all’ICT. Analizzando questi dati di mercato viene da pensare che, quella che fino a qualche tempo fa era una scelta per l’azienda, diventa oggi una necessità ed è essenziale compiere quel salto per farsi trovare preparati.