Secondo una nuova ricerca commissionata da HP, in materia di sicurezza in ambienti di business, almeno un quarto delle realtà europee ha sofferto di una violazione negli ultimi 12 mesi.
Lo studio, condotto da Redshift Research, ha coinvolto oltre mille IT decision maker in sette diversi Paesi europei in merito all’utilizzo dei dispositivi aziendali. I risultati evidenziano una potenziale preoccupazione per quanto riguarda la sicurezza dei device, come indicato dal 90% dei decision maker.
Gli IT decision maker confermano l’importanza del tema della sicurezza dei dispositivi, e riconoscono anche nel design un altro importante fattore di valutazione, poiché abilita il lavoro flessibile e può contribuire alla job satisfaction dei dipendenti.
Più dei due terzi (69%) degli IT decision maker considera il design del PC importante per l’uso in mobilità, mentre oltre tre quarti (77%) ritiene che un PC aziendale dal design ben progettato possa incrementare la soddisfazione sul lavoro.
Quasi la metà (44%) afferma che nelle rispettive organizzazioni non è ad oggi attiva alcuna politica di tipo bring-your-own-device (BYOD); il dispositivo fornito dal dipartimento IT aziendale gioca quindi un ruolo importante per i dipendenti, in particolare considerando che i millennial rappresentano una fascia crescente della forza lavoro.
Fra le ragioni più comuni di insoddisfazione dei dipendenti in relazione al loro PC aziendale, vengono indicate un design poco accattivante (27%) e una batteria di breve durata (25%). L’ampia diffusione di dispositivi mobile si traduce nella possibilità per gli utenti di lavorare dove e quando vogliono: a casa, in ufficio o in mobilità, utilizzando i loro dispositivi per svolgere task personali o di “social admin” mentre lavorano. Questo si riflette anche in un diverso approccio degli IT decision maker circa le modalità di utilizzo dei PC aziendali dei dipendenti: oltre un terzo dei rispondenti (37%) segnala che non vengono tracciate le attività non lavorative svolte sui PC di lavoro.
Gli intervistati osservano inoltre che la loro forza lavoro sta diventando sempre più mobile: il 43% dei colleghi passa meno di 35 ore settimanali in ufficio, con una media di nove settimanali spese in riunioni face-to-face e da remoto.
Con una forza lavoro sempre più mobile, la richiesta di strumenti business per la collaboration diventa sempre più urgente. Oltre il 50% dei rispondenti dichiara che per i propri colleghi la messaggistica istantanea è lo strumento più usato quotidianamente, mentre i tool di video conference su PC vengono utilizzati almeno due volte alla settimana per oltre la metà degli intervistati. La connettività dei dispositivi rimane tuttavia una sfida, con oltre il 29% che afferma di considerarla la maggiore barriera tecnologica alla collaboration, mentre un ulteriore 25% individua nel software un possibile ostacolo.
Esperienze diverse in Europa – I risultati dell’indagine evidenziano differenze nell’uso dei device nelle organizzazioni nei vari Paesi europei. Gli IT decision maker tedeschi tendono maggiormente a offrire strumenti di video conference ai propri impiegati (solo il 7% afferma di non farlo), mentre nel Regno Unito oltre un quarto (27%) degli IT decision maker non offre questa possibilità. Esistono inoltre diversi livelli di utilizzo della messaggistica istantanea, con l’84% degli IT decision maker spagnoli a riportare un utilizzo quotidiano da parte dei propri impiegati, mentre in Svizzera tale percentuale scende al 27%.
In Francia, il 78% degli IT decision maker considera la sicurezza dei dispositivi una preoccupazione importante, mentre nel Regno Unito meno della metà degli intervistati (49%) la ritiene prioritaria. In Spagna, più di tre quarti (78%) degli IT decision maker ha sperimentato un’infrazione nella sicurezza dei dispositivi utilizzati all’interno della propria organizzazione, rispetto a solo poco più della metà (51%) nel Regno Unito.
Per quanto riguarda l’Italia, la collaboration rappresenta una delle tendenze emergenti. Gli IT decision maker italiani riportano infatti un utilizzo sensibilmente più elevato (72%) di strumenti di instant messaging da parte dei loro impiegati rispetto agli altri Paesi europei, che si attestano al 50%. Questa distanza si mantiene anche in riferimento a soluzioni come Skype (44% contro 26%) e Skype for Business (37% contro 23%), mentre è sostanzialmente in linea con gli altri paesi nel caso di WhatsApp e Facebook (38% contro 35%).
Questi strumenti di collaboration vengono inoltre spesso utilizzati anche per organizzare meeting via remoto, una possibilità che vede gli impiegati italiani coinvolti in media per almeno 5 ore settimanali, rispetto auna media europea che supera di poco le 4. Per il 32% degli IT decision maker italiani, questa quota arriva fino a 6-10 ore a settimana.
L’indagine evidenzia inoltre come la mobilità sia un fattore importante per i lavoratori italiani, molto interessati alla possibilità di avere device che consentano loro di lavorare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, con la massima flessibilità. Il 36% degli IT decision maker italiani ritiene che l’autonomia dei dispositivi utilizzati rappresenti la principale sfida tecnologica e un fattore rilevante per quanto riguarda la loro capacità di lavorare in mobilità. a fronte di una percentuale che negli altri Paesi coinvolti non supera il 13%.
Emerge infine come il design rappresenti un fattore di maggiore rilevanza per gli IT decision maker italiani rispetto ai propri omologhi europei. Il 91% dei rispondenti riporta anche una maggiore correlazione tra design e soddisfazione lavorativa, evidenziando come un PC commercial con un design ben progettato possa contribuire alla job satisfaction dei dipendenti. Negli altri Paesi coinvolti questo dato si ferma invece al 75%.