Dimension Data rende noti i risultati della settima edizione del proprio Network Barometer Report, uno studio che analizza, confronta e interpreta a livello globale il livello di adeguatezza delle reti attuali per accelerare gli obiettivi di business.
In particolare, l’edizione 2015 prende in esame i dati raccolti nel 2014, derivanti da oltre 350 Technology Lifecycle Management Assessments, inerenti 70.000 dispositivi tecnologici appartenenti a differenti settori di mercato e che operano in 28 Paesi.
I dati di quest’anno suggeriscono la crescente necessità di una gestione quotidiana delle reti più efficiente di tutte le infrastrutture aziendali.
In quest’ottica si è osservato come il monitoraggio remoto e la gestione automatizzata delle reti IT consentono di ridurre del 75% i tempi di risoluzione dei problemi e del 32% quelli di ripristino.
La ricerca di quest’anno, inoltre, mostra una forte correlazione tra i malfunzionamenti causati dai dispositivi e il loro stato di invecchiamento.
È stato registrato un leggero calo nella percentuale dei dispositivi obsoleti, dall’11% dello scorso anno al 9% attuale, mentre sono aumentati i dispositivi vecchi (+4 %). La percentuale dei dispositivi attuali vecchi e obsoleti è al suo minimo storico degli ultimi tre anni.
Andre van Schalkwyk, ConsultingPractice Manager della business unit Networking di Dimension Data
Nel corso dei sette anni di storia del Network Barometer Report, il livello medio di tolleranza nei confronti dei dispositivi aziendali obsoleti presenti sulle reti è stato di circa il 10%. Raramente le aziende hanno consentito a questo valore di raggiungere l’11% prima di procedere alla sostituzione dei relativi dispositivi. Secondo logica, questo avrebbe dovuto portare ad un imminente aggiornamento tecnologico, ma i nostri dati mostrano che le aziende stanno aggiornando soprattutto i dispositivi più obsoleti e che sono chiaramente propense a sfruttare i dispositivi vecchi più a lungo del previsto. Le aziende concentrano quindi le iniziative di aggiornamento, in particolare, sulla tecnologia che ha raggiunto una fase critica del ciclo di vita, quando non è più possibile usufruire dell’assistenza da parte dei vendor.
Secondo Dimension Data, nella valutazione della maturità del supporto operativo delle aziende, su una scala di cinque punti, circa il 90% di queste si trova ancora al primo o al secondo livello di maturità. Questi livelli sono caratterizzati dalla mancanza di processi standard e di strumenti specifici per la risoluzione dei problemi e da ruoli e responsabilità ambigui del personale IT. Tutto ciò genera un aumento dei tempi di fermo della rete e dei costi operativi. Questa è anche la ragione per cui il 30% di tutti gli incidenti di servizio continua a dipendere da errori umani.
Van Schalkwyk sottolinea che processi maturi di monitoraggio, supporto e manutenzione consentono una maggior tolleranza verso i dispositivi vecchi presenti sulla rete. Questo conferma che è possibile una gestione di una rete complessivamente meno aggiornata, “a condizione che vi sia una visibilità sufficiente dello stato del ciclo di vita di tutti i dispositivi, la presa di coscienza del relativo profilo di rischio, in funzione della loro criticità all’interno dell’infrastruttura globale, e che tale rischio venga gestito in modo proattivo. In generale assistiamo a un bisogno crescente di una gestione quotidiana della rete in modo più efficace, di tutte le reti aziendali”.
Quest’anno si è registrato un leggero incremento del livello di sicurezza delle reti: la percentuale dei dispositivi con almeno una vulnerabilità è scesa al 60%, rispetto al 74% dello scorso anno. Il cambiamento è attribuibile alla tendenza delle aziende ad aggiornare i dispositivi obsoleti, caratterizzati da un numero maggiore di vulnerabilità identificate, a causa della loro età. La loro sostituzione porterebbe alla riduzione delle vulnerabilità della rete nel suo complesso.
Nonostante la tendenza generale a sfruttare le proprie risorse, le aziende stanno lentamente estendendo le capacità wireless delle proprie reti. Tuttavia, il 74% dei punti di accesso wireless è composto da modelli superati che non supportano una solida strategia di mobilità. Inoltre la maggior parte dei dispositivi non è ancora compatibile con lo standard IPv6, anche se per molti di essi, per passare alla nuova versione, basterebbe un semplice aggiornamento software. Questi fattori indicano, quindi, che le aziende non stanno ancora prestando la dovuta attenzione strategica all’impatto che la mobilità, la collaborazione e l’Internet delle Cose potrebbero avere sulle proprie reti.