Kroll Ontrack, intervista al Senior Marketing Project Manager Massimo Mazza

– Il recupero dati in ambienti SSD e RAID, come interviene Kroll Ontrack in questi scenari?
Per quanto riguarda gli interventi su unità SSD, poiché esse sono prive di parti meccaniche in movimento le cause di perdita di dati afferiscono a problemi di natura elettronica. Il processo di recupero può prevedere interventi di microelettronica e la lettura dei dati grezzi (raw) contenuti all’interno dei singoli chip di memoria flash NAND. Altre volte, se riscontriamo problemi di firmware o corruzioni delle aree di sistema siamo in grado di effettuare delle correzioni attraverso l’impiego di speciali tool. Dopo aver avuto accesso ai dati si passa quindi alla successiva attività di ricostruzione della struttura dell’informazione affinché sia possibile ottenere dal formato raw i formati comuni dei file, quelli a cui siamo normalmente abituati. La complessità risiede nel fatto che su un SSD i dati si trovano ripartiti tra più chip di memoria (in modo simile a ciò che avviene per i dati organizzati su di un sistema RAID) e che ogni produttore per il funzionamento del proprio dispositivo adotta controller che impiegano algoritmi proprietari ottimizzati per quel tipo di unità. Grazie alle collaborazione con i produttori di queste memorie e agli importanti sforzi di ricerca e sviluppo su questa tecnologia, Kroll Ontrack è in grado di gestire quindi con successo il recupero dati da Solid State Drive.

In relazione ai sistemi RAID, quando la problematica è di natura hardware (es. guasto degli hard disk) l’intervento tecnico si svolge in camera bianca. In particolare, si rende necessario riportare i dischi ad uno stato di funzionamento temporaneo e questo lo si ottiene operando sulle diverse componenti elettromeccaniche danneggiate o malfunzionanti, ricalibrando i parametri di funzionamento o sostituendo le parti a seconda dei casi. Se il sistema RAID ha subito un danno a causa di un evento naturale, come un’alluvione, si renderà inoltre necessaria una prima fase di bonifica dei drive per la rimozione di tutte le impurità che si sono depositate internamente ai dispositivi. Al termine di tutti gli interventi fisici necessari, si procede con un’immagine del contenuto dei diversi dischi componenti il RAID e quindi a ricostruire la struttura logica delle informazioni in modo coerente con la configurazione originaria del RAID (es. RAID 5). In questa fase, appositi tool proprietari ci permettono di emulare funzionamento dei controller. Qualora invece il sistema RAID non presenti problemi di natura hardware ma l’inaccessibilità dei dati sia determinata da problemi logici (es. corruzione delle strutture dati, virus informatici, ecc.) possiamo intervenire con la tecnologia brevettata RDR – Remote Data Recovery. In questo caso non è necessario per il cliente inviare ai nostri laboratori i dischi componenti il sistema RAID. Un ingegnere dedicato agli interventi RDR si connetterà al sistema del cliente tramite un software di connessione proprietario di Kroll Ontrack e attraverso un collegamento criptato sicuro sarà in grado di portare a termine il recupero dei dati a distanza.

– Secondo la Vostra percezione, qual è il livello di preparazione dei comparti IT aziendali in materia di protezione del dato e capacità di prevenirne la perdita? E qual è il grado di maturazione degli utenti in rapporto alle problematiche legate al recupero dei dati e alla loro salvaguardia?
L’esperienza ci mostra che il sistema più utilizzato dai dipartimenti IT per proteggere il dato e tutelarsi da una perdita è il backup. Si tratta di una pratica assolutamente corretta e da incoraggiare, l’errore però sta nel considerare il backup come la soluzione definitiva a tutti i problemi di perdita dei dati. Un’indagine svolta intervistando i nostri clienti, sia a livello di aziende che di singoli utenti, ha evidenziato come nel 65% dei casi chi ha subito una perdita di dati aveva in essere una soluzione di backup. Tra i motivi per i quali il backup è risultato inutile sono stati citati backup non aggiornati in quanto non programmati a intervalli regolari, backup incompleti poiché sullo storage di backup non vi era spazio a sufficienza, perdita dei dati prima dell’avvio della procedura di backup, backup corrotto e non ripristinabile e potremmo continuare con altri esempi.

Questo significa che la preparazione e la sensibilità dei dipartimenti IT e dei singoli utenti in materia di protezione del dato è ancora insufficiente. Il modo corretto di affrontare il problema include sicuramente le procedure di backup (purché si evitino gli errori sopra riportati) ma non può prescindere dall’identificare e selezionare a priori un fornitore di recupero dati professionale capace di offrire consulenza immediata in caso di perdita di dati, dal singolo hard disk al sistema RAID più complesso, e di intervenire con appropriati livelli di servizio. Bisogna pensare al recupero dati come un’attività non ripetibile, dove ogni tentativo riduce le possibilità del successivo: risulta chiaro che posso usufruire del più alto tasso di successo se affido da subito l’intervento al fornitore che mi offre le maggiori garanzie di professionalità e competenza.

Kroll Ontrack, intervista al Senior Marketing Project Manager Massimo Mazza

– Mobilità e storage dei device mobile (smartphone e tablet, in primis), qual è il tasso di richieste provenienti dalla clientela? Qual è la Vostra capacità di intervento su questo tipo di dispositivi sempre più diffusi?
In Italia, gli interventi su dispositivi mobile rappresentano circa il 5% del totale. La stragrande maggioranza delle problematiche di recupero dati da questi device riguarda il guasto hardware a seguito di cadute accidentali e l’errore umano, come la cancellazione accidentale di file sul dispositivo. Come Kroll Ontrack siamo in grado di gestire le problematiche di perdita dei dati su tutti i principali sistemi operativi come iOS, Android, Windows Phone sia per recupero dati a seguito di danni hardware, sia a seguito di problematiche logiche (es. cancellazioni accidentali, corruzione delle strutture dati). Le tendenze ovviamente parlano di una crescita di questo tipo di interventi: a livello mondiale le richieste su smartphone sono aumentate di oltre il 40% e quelle sui tablet di quasi il 70%. Kroll Ontrack detiene avanzate capacità di recupero dati da iPhone e iPad Air ed è impegnata nella ricerca e sviluppo in ambito mobile per rimanere sempre al passo con l’arrivo sul mercato dei nuovi device.

– Internet of Things e la diffusione pervasiva di dispositivi con supporto per lo storage dedicato, come affronta Kroll Ontrack questo argomento? Quali scenari prevedete per il breve periodo?
Internet delle cose sarà protagonista del nostro prossimo futuro, gli oggetti – “le cose” appunto – potranno dialogare tra loro scambiandosi dati per darci informazioni o intraprendere determinate azioni. I dati generati dai diversi dispositivi richiederanno maggiore spazio di storage, IDC del resto ha stimato una crescita dei dati utili pari al 35% nel 2020. Particolarmente significativo il fatto che l’IoT secondo molti è destinata a creare una nuova era nello storage già definita Storage of Everything (SoE). Ipotizzare quale potrà essere l’impatto dello SoE ad esempio sulla domanda di recupero dati non è semplice, IoT non si è ancora manifestata in tutte le sue forme e molto è ancora in fase progettuale. Dovremo aspettare ancora del tempo per capire se e come questa rivoluzione impatterà sul mercato del data recovery e con quali sfide.

– Perché scegliere Kroll Ontrack, quali i pregi distintivi che diversificano le Vostre soluzioni rispetto ai competitor?
La scelta del fornitore di recupero dati è determinante perché bisogna pensare all’intervento di recupero come a qualcosa di non ripetibile dove ogni tentativo riduce sensibilmente la possibilità di riuscita del successivo. Scegliere Kroll Ontrack significa anzitutto affidare i propri dati ai massimi esperti del settore perché da 30 anni operiamo in questo campo. Oltre all’esperienza Kroll Ontrack si distingue anche per le competenze tecniche. La struttura multinazionale ci permette di condividere il know-how frutto di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo. Tutte le conoscenze sono state codificate in una sorta di knowledge base interna che consente di affrontare subito uno specifico caso con la migliore soluzione possibile per quel problema. Un altro fattore di eccellenza sono i nostri centri di ricerca e sviluppo presenti negli Stati Uniti e in Europa e le collaborazioni con i principali OEM e produttori di sistemi di storage. Grazie al lavoro di questi dipartimenti siamo sempre in grado di offrire ai nostri tecnici e ingegneri gli strumenti più avanzati per poter operare al meglio in ogni scenario di recupero. I nostri clienti usufruiscono così delle più alte possibilità di tornare in possesso dei propri dati. Infine, non meno importante, è il discorso relativo alla disponibilità e all’approvvigionamento delle parti di ricambio. Ogni sede Kroll Ontrack, e quindi anche l’Italia, dispone di un immenso quantitativo di componenti di ricambio che permettono di gestire interventi di recupero praticamente su qualsiasi dispositivo, dal più recente al più obsoleto. Tuttavia, qualora una parte non sia disponibile la logistica integrata con gli altri laboratori ci permette di richiedere la componente mancante e di ottenerla da un’altra filiale nel mondo in pochissimo tempo. E questo significa per i nostri clienti poter contare su tempistiche certe. Kroll Ontrack ha messo a punto nel tempo delle metodologie di recupero e un’efficienza dei processi che oggi consentono agli utenti dei nostri servizi di avvantaggiarsi di elevatissimi tassi di successo, con tempi e costi ottimizzati.